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mercoledì 21 gennaio 2015

Cronache Birmane (2007) by Guy Delisle




Croniques Birmanes (2007)
di Guy Delisle
edizione Rizzoli Lizard - pag. 263
18 euro


Per Guy e la compagna Nadège è la volta del Myanmar, la nazione conosciuta anche come Birmania. Insieme a loro, stavolta, c'è anche un cucciolo d'uomo, il figlio Louis che per primo conoscerà le attenzioni che il popolo birmano riserva ai piccini. Le coccole e le continue domande su di lui sono il primo vero punto su cui costruire l'analisi su una delle più spietate e opprimenti dittature al mondo.

Un governo che mette paletti a qualsiasi organizzazione umanitaria (persino grande come Medici Senza Frontiere) per raggiungere villaggi afflitti da malattie e abbandono, che mostra i muscoli a ogni angolo di strada, a suon di costrizioni, che esclude dalla vita sociale la pericolosissima intellettuale oppositrice del regime Aung San Suu Kyi, esiliata in una villa circondata di posti di blocco e completamente irraggiungibile, pur con il supporto e la vigilanza del mondo libero.

Ma come ogni altro regime, anzi stavolta forse anche di più, la Birmania mostra le sue grottesche falle: dalle t-shirt con le svastiche indossate dai giovani come simbolo pop ai problemi di connessione a Internet che renderanno il lavoro del disegnatore ai limiti del possibile, dallo smercio dei film e dei videogiochi americani "piratati" alle cinture di sicurezza inutilizzate in macchina per sfuggire alle reti della corruzione delle forze dell'ordine (che alla vista dello straniero educato alla guida, non resistono alla tentazione di uno stop e di multe inventate che solitamente si limitano a non più di qualche centesimo di dollaro).

In tutto ciò la comunità internazionale (imprenditori, dipendenti di aziende appaltatrici, consoli, funzionari diplomatici) si rintana in un paradiso di sfarzi tra piscine, feste e cene del tutto estranee al contesto del territorio.

Delisle racconta l'assurdità birmana con un tratto morbido e un disegno pulito. La narrazione, come al solito frammentaria e tesa a mettere sul piatto il maggior numero di temi possibili, è distesa, piacevole, tranquilla, divertita. A differenza di Pyongyang l'autoritarismo in questo caso è trattato a mo' di barzelletta, aprendo le porte della curiosità a un mondo in apparenza meno claustrofobico della Corea Del Nord.

Dei lavori di Delisle sulle sue trasferte è il più leggero. A volte col sorriso quasi ci si dimentica di quanto la dittatura sia feroce.


VP