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sabato 19 novembre 2016

TUTTI I MALI DELLE SINISTRE DEL MONDO (19/11/2016)

Le masse con i cartelli in mano, i volti contratti e i passi che procedono dritto per dritto verso il termine della strada: parole e urla che sono diritti pretesi, quelli che talvolta vengono negati dall'establishment più conservatore. Ma cosa succede se il mondo non è più quello che la tradizione della protesta l'ha creata? Cosa succede se i leader di quella massa si dividono tra salotti e strade colme di rifiuti nei cestini? Cosa succede se il mondo, con i suoi meccanismi (anche di potere), cambia i rapporti ad una velocità che gli stessi esseri umani non riescono a seguire o contenere? È esattamente ciò che è successo negli ultimi 20 anni, dominati da un progresso tecnologico che ha modificato non solo gli equilibri e le singole vite dei cittadini, ma anche i mercati e il valore delle cose. Capita così che la Sinistra non sia più così a sinistra, ma prenda le sembianze di una Destra classica degli anni '60, più hyper, più snella nell'immagine, combattuta tra il cosiddetto progresso e una tradizione di protesta e (contro)cultura che continua a urlare il proprio diritto ad esistere.

Il Berlusconismo e la completa americanizzazione dell'Occidente hanno portato il marketing in politica: le masse si sono moltiplicate e per governare un numero spropositato di persone, varie negli stili e negli atteggiamenti, è necessario ricorrere a strumenti tecnologici, analitici e di sponsorizzazione che in un modo o nell'altro appiattiscano l'immaginario comune. Silvio Berlusconi nel 1994 ci è riuscito perfettamente con la televisione commerciale, intuendo non solo la pancia di un'intera nazione, i suoi tabù con trasgressioni di nani e ballerine sognate in gran segreto e un'elegante camicia bianca di conformismo da ostentare pubblicamente, proprio per non risultare scostumati agli occhi altrui.

In pratica la fine della Prima Repubblica è stata non solo la fine del Comunismo, delle ideologie, della politica attiva ed efficace nelle piazze, ma anche del senso di appartenenza che univa gli uomini della nomenclatura con intere classi sociali. Che erano attive proprio in quanto tali: il Comunismo socialdemocratico di Berlinguer aveva un senso dal momento che fino agli anni '80 un operaio nasceva tale, sviluppava un'educazione e una coscienza di classe che lo rendevano indistinguibile e legato indissolubilmente al suo mondo e così moriva. Un operaio era un operaio, un architetto era un architetto, uno studente era uno studente e sarebbe presto diventato quantomeno un bancario.

I salari facevano la classe e anche le culture nobili e popolari che si imprimevano negli occhi segnati dei popoli. Non c'erano computer connessi tra loro, non c'era l'ostentazione generalizzata del proprio "io", non c'era la perdita del proprio ruolo sociale che ha aperto la porta ad un ventaglio di possibilità infinite. Possibilità date dal miglioramento dei servizi, degli spostamenti e della potenza tecnologica a disposizione per ogni singolo cittadino occidentale.

L'Occidente non produce più o quantomeno si fa sovrastare dai formicai cinesi e indiani, dalla forza lavoro a basso costo, capace di creare a tempi quasi record. A Shanghai in due settimane hai un grattacielo nuovo di zecca ed è così che la capitale finanziaria della Cina moderna (e comunista solo a parole) diventa la città col maggior numero di edifici alti al mondo: nel 1980 non ne aveva neanche uno.

Come fa un operaio ad essere operaio in un contesto del genere? In un mondo basato sul cambiamento, un nuovo secolo (il 2000) che propone un'idea di uomo multietnico e multipolare: l'uomo che sa fare più cose, che potrebbe passare dal lavorare su un muro con il calcestruzzo al codeing per un nuovo sito o nuova app. La Sinistra non può più dare garanzie alla gente rimasta indietro, non lo può proprio la politica in generale.

Ed è così che la Sinistra diventa Destra, che un Renzi si avvicina al Berlusconismo però dall'altra parte, il che fa pensare una cosa: Berlusconi è stato di Destra solo perché a Destra c'era un buco lasciato dai vecchi Democristiani. Lo diceva Nanni Moretti in Aprile, ma il popolo della Sinistra e anche la sua classe dirigente non l'ha capito.

Ho passato il periodo a cavallo tra l'adolescenza e i 20 anni a diffidare dai movimenti di Sinistra, seppur da quella parte si trovi naturalmente la mia dimensione umana. La dimensione dell'intellettualismo umanistico, dell'apertura alle culture altre, la curiosità per la vita oltre le frontiere non solo delle nazioni, ma anche degli spiriti, delle divergenze religiose, etniche e filosofiche. Tutti temi e strumenti di una Sinistra austera che all'epoca si rivedeva nel Comunismo, quando ancora la figura di Stalin non si era macchiata dei Campi Di Concentramento siberiani e dei processi di russificazione. Degli Holodomor contro i Kulaki in Ucraina che si ribellarono nel '32 alla collettivizzazione forzata, le invasioni dell'Ungheria e le repressioni della Primavera di Praga. L'uccisione di Lev Trotsky.

Il crollo del Muro di Berlino fu anche la fine di una Sinistra lucida, austera e immobile nelle sue visioni che sposavano l'intelletto e la giustizia sociale. Una Sinistra di quel tipo è improponibile oggi, per ragioni evidenti, che solo i Rizzo e i nostalgici non vogliono vedere. Ma tra la fine delle ideologie ferme e manichee e l'apertura al marketing politico, con esponenti che passano da una sezione all'altra, da una barricata all'altra per mera convenienza personale, insomma tra Berlinguer e Berlusconi, c'è una via di mezzo che le Sinistre di tutto il mondo avevano il dovere di percorrere.

E invece il marketing si è colorato di arcobaleno con le maledette bandiere della Pace, del petulante terzomondismo, i protagonisti culturali si sono armati di meme su Internet e pensieri banali e buonisti come Saverio Tommasi, le retoriche cristologiche di Saviano, vittima di Camorra e schiavo miliardario della scorta che lo protegge, hanno attecchito nel panorama culturale d'avanguardia. È quella Sinistra europea ed europeista che vuole insegnare alla gente della classe media che il capitale impoverisce a convivere con gli inferi dell'emarginazione. Uno zingaro non può essere segregato nella sua prigione etnica, deve essere frequentato come ogni altro essere umano. E pazienza se i rom, al pari degli ebrei di una volta, hanno un'organizzazione tribale interna (anche economica) che mal si adatta al mondo individualista occidentale post 1989. Un profugo deve essere accolto, basta che non ci si trovi a Capalbio, dove l'intellighenzia progressista si rifugia d'estate per un riposo lontano dai problemi e con un libro giusto sull'asciugamano sotto l'ombrellone. Il Nazionalismo, bandito dalle coscienze e il patriottismo molto spento: roba da russi ortodossi, non da occidentali illuminati. Propagandare una società multietnica che inglobi l'Islam con tutti i problemi di adattamento che ne conseguono e che cadono inevitabilmente sulle spalle di chi magari è dovuto immediatamente andare a lavoro senza frequentare banchi universitari su cui abbeverarsi di cultura e curiosità che sono il motore dell'incontro.

Per quanto mi riguarda, essere progressista e aperto anche alle culture più chiuse è normale: è la mia educazione, il mio desiderio. Non starò mai dalla parte di chi si vuole barricare dietro credenze religiose o valori tradizionali condivisi. Non abbraccerò mai una Destra sociale, di cui pur rispettando gli impegni non condivido i concetti essenziali per il mio stare al mondo. Indipendentemente dal fatto che ad esempio viva con orrore il processo di gentrificazione dei quartieri popolari, non veda (come ben sapete) di buon occhio i fenomeni di anticonformismo al potere che hanno reso famosa Berlino proprio in questi anni. Sono ben lieto di vivere in una società multiculturale, ma possibilmente vorrei che questo multiculturalismo fosse relativo ai giovani, agli studenti, agli esperimenti sociali che non abbiano nella disperazione e nella mancanza di opzioni i propri motivi di base. Non trovo nulla di estremamente eccitante nel convivere con gente povera asiatica ed africana che non abbia motivi strettamente culturali per vivere in Europa. Gente che scappa dalla fame per venire qui a combattere la guerra tra poveri, mentre le élite se ne stanno così paciose a guardare e scandalizzarsi quando l'avversario reazionario e anti-immigrazionista vince le elezioni.

In Europa siamo in un momento estremamente delicato: le intellighenzie progressiste, di cui nel bene e nel male anch'io faccio parte, si stanno rendendo conto che il popolo non è così aristocratico e aperto di vedute come la propaganda di Sinistra vorrebbe. Un conto è parlare di accoglienza a me, che sono ben lieto di parlare con turchi, arabi, africani, sudamericani, un altro conto è parlare ai nonni di tutti per cui la Patria era un concetto vitale, un campanile che segnava il proprio stare al mondo. Una lingua, una cultura. Niente Erasmus.

Dovremo aspettare la morte dei più anziani per un mondo finalmente migliore? Forse, fatto sta che provocare questi fenomeni non fa mai bene, soprattutto in un momento del genere, in cui sembra di ritornare agli anni '20 del Novecento: una borghesia che si impoverisce, una Grande Depressione generalizzata, un mondo economico che fa pagare i suoi vizi derivati ai più deboli.

La Sinistra attuale, prendendo le distanze dagli orrori del Comunismo, dovrebbe intraprendere innanzitutto un percorso di coscienza collettiva, proponendo una visione del mondo che metta al centro di tutto la cultura umanistica. Con severità e decisione, creando un circolo internazionale dove la contemplazione della bellezza e la riflessione artistica assumano un carattere spirituale. Tornare ad essere una Seconda Chiesa Laica, senza Comunismo, in grado di indirizzare il libero mercato nelle direzioni che più risultino comode alla cultura alta e popolare.

In questo senso una grande colpa ce l'abbiamo avuta noi giovani: non siamo stati in grado di influenzare il mercato portando la grande industria dalla nostra parte. La lezione del '68 non ci è servita. La gioventù nata negli anni '80 di cui faccio parte ha accettato perfettamente la competizione che il mercato voluto dalle Destre e dalle economie estranee all'Arte e alla Cultura ci ha presentato. Di militanti ne ho conosciuti davvero pochi e quei pochi avevano idee assolutamente confuse, inglobate in slogan patetici da lotta politica nel suo senso più barbaro e meschino. Eppure ho frequentato Centri Sociali, movimenti studenteschi, cineforum: tutti allineati ad un atteggiamento di nostalgia del Novecento non in grado di spogliare la Sinistra delle sue contraddizioni storiche e presenti per ricreare un universo di etica estetica, austero, chiaro e spirituale.

Il carrierismo e la ricchezza, il potere, logorano chi non ce l'ha e chi in cuor suo li desidera. Il libero mercato, il Capitalismo, che sembra l'origine di tutti i mali, in realtà ci aveva dato con Internet dei grandi strumenti per portare il manico del coltello dalla nostra parte. In un mondo in cui ognuno può dire chiaramente ciò che pensa (ed è una cosa che si sta pericolosamente sottovalutando, così travolti dalla fame e dalle insicurezze) ricreare un insieme di valori dottrinali, politici e culturali, era possibile.

I giovani avrebbero potuto vivere tranquillamente organizzandosi in modo diverso rispetto a ciò che è stata sempre la normalità. Perché se in un momento storico la produzione si blocca, i salari diminuiscono, i lavori scompaiono, le macchine sono smart, le popolazioni africane ed asiatiche si moltiplicano esponenzialmente rivendicando diritti che non c'erano mai stati per loro (e con mezzi di trasporto a disposizione efficaci per raggiungere la civiltà democratica), allora l'uomo occidentale, e di conseguenza la Sinistra, avrebbe dovuto ricreare la propria vita prendendo le distanze dal Novecento per abbracciare valori nuovi. Valori di esperienze e scambi culturali, di viaggi ed esplorazioni. Non più case da comprare, ma territori da scoprire.

Quei territori che rischiamo di vederci preclusi dalla cecità della Sinistra degli ultimi due decenni: una Sinistra che non ha cullato ed educato con comprensione, che si è impossessata degli strumenti della Destra. Una Sinistra che non dà più nulla e apre le porte ad altre masse di "quarti stati" con le bandiere nazionali, regionali, cittadine che marciano verso le Istituzioni Europee. La Carta Dei Diritti Fondamentali potrebbe essere stracciata e allora per tutti noi arriverà la sconfitta più lacerante.

Altro che Trump o la Le Pen.


VP