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sabato 8 novembre 2014

Interstellar (2014) by Christopher Nolan

Interstellar (2014)
di Christopher Nolan

Matthew McConaughey (Cooper)
Mackenzie Foy (young Murph)
Jessica Chastain (Murph)
Ellen Burstyn (old Murph)
Timothée Chalamet (young Tom)
Casey Affleck (Tom)
John Lithgow (Donald)
Michael Caine (Professor Brand)
Matt Damon (Doctor Mann)
Anne Hathaway (Amelia)


A Christopher Nolan piacciono gli universi paralleli, siano essi frutto di colpi di sonno programmati o buchi neri spazio temporali in grado di portarti in altre galassie, con altri corpi celesti da colonizzare per salvare l'umanità dai propri limiti.

Già, perché intanto sul pianeta terrestre le risorse scarseggiano, la povertà aumenta e i figli degli ingegneri aerospaziali già a 15 anni sanno di non potersi iscrivere al college e ricalcare le orme dei padri: ci sono troppi controllanti, per ora servono agronomi e contadini, la gloria forse sarà per altre generazioni. Una critica al crudo pragmatismo della società americana? Può essere, di fatto i figli dell'ingegner Cooper, Tom e Murph (dal Murphy delle omonime leggi fisiche), sono destinati a non guardare le stelle come il padre bensì a campare nella polvere dell'agricoltura come il nonno Donald. Per fortuna che, tra una bufera e l'altra, la piccola Murphy percepisce presenze nella sua stanza da letto comunicanti in braille e linguaggio binario. Il risultato è l'indicazione sulla mappa di una stazione segreta della NASA, dove daddy viene incaricato di partire (insieme a un team di ricercatori coadiuvati da un androide quadripede con schermo integrato e umorismo sottile) per il buco nero e scoprire cosa si celi in esso. Peccato che ogni ora della nuova dimensione corrisponda a ben 7 anni terrestri: dunque Cooper vedrà i suoi figli invecchiare prematuramente, dai video messaggi caricati sulle cache dell'androide, e lotterà contro le insistenze della sua squadra e non solo per non perdere tempo e tornare.

Detta così parrebbe la trama di un buon Sci-Fi sociologico, in realtà è il pretesto del regista per scatenare il proprio gusto per le immagini accartocciate, i terreni e gli orizzonti che sfidano le logiche gravitazionali, le suggestioni per mondi nuovi e teorie da riformulare. Ad accompagnare decentemente tutto questo polpettone ci sono solo i rintocchi sonori di Hans Zimmer, che sovrastano in modo magniloquente il girotondo di dialoghi all'interno della navicella che rendono il film lento e verboso. La regia non stupisce, le immagini hanno poca profondità, non abbagliano né giustificano i passaggi narrativi che da metà film prendono la via scontata del survival. Il rapporto Uomo-Macchina è relegato a un paio di battute, le teorie sull'Uomo e l'istinto di sopravvivenza non affascinano, il tema della figura paterna è trito e ritrito. E Interstellar, già perdendo i confronti con i mostri sacri della fantascienza d'ogni tipo, neanche possiede il fascino claustrofobico e la coerenza di un Gravity.

Prodotto, scritto e diretto da un beniamino di Hollywood, che dopo un paio di Batman azzeccati e il miracolo The Prestige rischia seriamente di diventare un abbaglio globale. Per la produzione e la regia non ci sarebbe troppo da ridire, per la scrittura il buon Nolan dovrebbe affidarsi ad altro rispetto alla partnership col fratello Jonathan.


VP