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domenica 3 novembre 2019

Hole - L'Abisso (2019) by Lee Cronin


The Hole In the Ground (2019)
di Lee Cronin

Seána Kerslake (Sarah O'Neill)
James Quinn Markey (Chris O'Neill)
Kati Outinen (Noreen Brady)
David Crowley (teacher)
Simone Kirby (Louise Caul)
Steve Wall (Rob Caul)
Eoin Macken (Jay Caul)
Sarah Hanly (Lil Jones)


E poi ci stanno questi film dichiaratamente derivativi, di quelli che vengono messi in piedi sfruttando tutti i trend del momento nel proprio ambito: produzione europea (Irlanda / UK / Belgio / Finlandia) ambientazione chiaramente nordica, con luce chiaroscurale e un raggio di sole manco a parlarne, filtri opachi, regista irlandese e l'attrice convincente di Dollhouse (2012) con un figlio carinissimo e che ovviamente fa paura come lo svedese di Lasciami Entrare.

Ecco i trend messi insieme: Babadook (rapporto mamma single e figlio tormentato), Lovecraft (una casa del bosco e delle creature non troppo mostrate), Stephen King (il bambino alle prese con crucci interiori e un cratere gigantesco del bosco nelle vicinanze della casa e che potrebbe venir fuori da Tommyknockers), la terza stagione di Twin Peaks con personaggi che non sono quello che sembrano e infine The Descent con un'escursione al femminile nei meandri terreni del Male. Ci sta pure un vecchio che sembra il doppione di quello di Pet Semetary (a proposito di King) con compagna spettrale e confusa che agita gli animi del vicinato con alle spalle una storia materna dolorosissima.

Messo insieme funziona tutto, con una regia che azzecca i movimenti di macchina, a partire dal capovolto incipit, e una fotografia che svolge il suo lavoro alla grandissima anche e soprattutto nelle scene buie (che una volta tanto sono chiare, comprensibili e bilanciate nell'uso delle scarse luci).

Dovremmo pensar male? Si può pensare malissimo di una produzione del genere. Ma bisogna anche considerare in primis che l'industria hollywoodiana fa esattamente lo stesso, replicando successi in serie come il primo capitolo del manuale del fare impresa insegna, e che i riferimenti non sono nascosti furbescamente come in tanti altri filmoni iper-pubblicizzati e che si pongono come robe rivoluzionarie (manco fossero Rosemary's Baby).

L'intento dell'opera è chiaro e onesto e almeno questo andrebbe premiato. Sempre.


VP