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giovedì 31 ottobre 2019

Scary Stories To Tell In the Dark (2019) by André Øvredal


Scary Stories To Tell In the Dark (2019)
di André Øvredal

Zoe Margaret Colletti (Stella Nicholls)
Michael Garza (Ramón Morales)
Gabriel Rush (Auggie Hilderbrandt)
Austin Abrams (Tommy Milner)
Dean Norris (Roy Nicholls)
Gil Bellows (Chief Turner)
Austin Zajur (Chuck Steinberg)
Natalie Ganzhorn (Ruth Steinberg)


Dopo Pascal Laugier ecco un altro nome di punta dell'horror anni 2010 e importato negli USA dal vecchio continente: il norvegese André Øvredal, che in patria ha riscosso un successo enorme con il fantasy folkloristico locale Trollhunter e che nel 2016 ha avuto conferme nel paese adottivo con l'asettico The Autopsy Of Jane Doe. Viene affidata a queste mani evidentemente sicure la produzione targata Notorious di Halloween 2019 nientemeno che da Guillermo Del Toro in veste di produttore, che da buon messicano pensa che un europeo del nord, dalla sensibilità antropologica accentuata, possa restituire il senso della Festa Dei Morti calandosi nella sua realtà più autentica.

E André Øvredal questo intelligentemente fa: prende una serie letteraria in tre volumi dello scrittore per ragazzi Alvin Schwartz, sposta le lancette dell'orologio all'indietro fino al 1968 e si cala in un'ambientazione di provincia della Pennsylvania, in cui i ragazzi sono sul punto di partire per il Vietnam, in un viaggio della morte parzialmente sedato dall'esaltazione dell'idea del "fargliela vedere a quei comunisti", Nixon sta per essere rieletto in barba al Watergate e i campi sterminati di grano e le case abbandonate nascondono segreti, spaventapasseri che non sono quello che sembrano e un libro maledetto le cui pagine bianche iniziano da sole a scriversi, costruendo storie impresse col sangue dei bambini morti di fine Ottocento e che coinvolgono a turno un gruppo di ragazzi che si è avventurato nel posto in cui non dovevano (peraltro ad Halloween) e che ha risvegliato uno spirito furibondo e che deve essere assolutamente placato.

Il film così si sviluppa, un po' Goonies, con ragazzini sfigati o in fuga da un presente minaccioso, per non dire traditori, un po' Lovecraft che visto l'intento produttivo di base è la scelta più logica. Anche un po' horror nipponico, che è la parte più debole del film, quella che guasta l'atmosfera dark gotica anglosassone per abbracciare uno spiritualismo che scorre via frettolosamente e forse non è neanche un male, visto che nelle controparti giapponesi degli anni 2000 (da The Ring a The Grudge o The Eye) ci si annoiava a morte.

Una struttura a racconti tenuta da una cornice che tutto sommato regge, nel più puro spirito della sua festività d'appartenenza: non il migliore del genere (All Hollows' Eve, 2013, con l'esordio di Arty the Clown, era molto meglio), ma neanche tra i peggiori.


VP