Ghostland (2018)
di Pascal Laugier
Crystal Reed (adult Beth)
Mylène Farmer (Pauline)
Anastasia Phillips (adult Vera)
Emilia Jones (young Beth)
Taylor Hickson (young Vera)
Kevin Power (candy truck woman)
Mariam Bernstein (Janet)
Alicia Johnston (Cooper)
Un film di Pascal Laugier, che in termini stretti significa uno splatter ultraviolento dell'autore francese di Martyrs, lo sconvolgente prodotto di dieci anni or sono che rappresentò (e rappresenta ancora oggi) l'avanguardia del genere. Laugier, che ormai è un aristocratico del settore, si è lasciato accalappiare dall'industria statunitense che gli ha detto "bello mio, hai un gran talento, ma datti un attimo una calmata!". E quindi Ghostland non ha la sadica brutalità ai limiti del sopportabile, resa ancor più cocente da stile e narrazione soavi, del fatidico modello che ha rappresentato la scalata del nostro all'Olimpo dell'horror internazionale.
È un film di genere personalizzato: la struttura e la tecnica sono esattamente le medesime di Martyrs, c'è un ribaltamento dei piani esattamente a metà dell'opera e il tema della bambola rinchiusa in un luogo ameno, che quantomeno stavolta ha il fascino gotico di una vera dollhouse, è predominante. Le urla e la mattanza sono assicurate, così come il continuo spostamento tra mondo vero e mondo ricreato dalla mente. In questo senso il film supera la sua dimensione di puro prodotto una volta denominato di cassetta e si adatta perfettamente ai criteri del suo autore, che cita e omaggia esplicitamente (forse anche in modo grossolano) H.P. Lovecraft e per questo saccheggia, stavolta invece con un certo riserbo, il repertorio dell'horror novecentesco da Non Aprite Quella Porta a Shining.
Il tutto per portare a casa l'ora e mezza di paura e perdizione, con meno dolori e affanni per la sanità mentale del pubblico (che comunque se la vedrà pur sempre con la rabbia infantile di due mostri), e parlare anche dei rapporti madre/figlia e sorella/sorella e delle aspirazioni e dell'immaginario futuro di una teenager che scrive horror e che ha proprio in quel cristone di Lovecraft anche un amico immaginario.
Per un horror "di cassetta" non è pochissimo.
VP