Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

lunedì 3 dicembre 2018

Le Mille e Uno Notte: volume 1 - L'Inquieto (2015) by Miguel Gomes


As Mil e Uma Noites: volume 1 - O Inquieto (2015)

di Miguel Gomes

Crista Alfaiate (Punk Maria)
Miguel Gomes (realizador)
Maria Rueff (Ministra das Finanças)
Bruno Bravo (Homem do Banco Central Europeu)
Rogério Samora (Primeiro-Ministro)
Dinarte Branco (Homem do Patronato)
Américo Silva (Homem do FMI)
Carloto Cotta (tradutor)


Un piano orizzontale inquadra la rimessa navale in cui una volta venivano costruite imbarcazione per la Germania e l'Unione Sovietica; oggi, anno domini 2013, gli operai di quella rimessa, che all'epoca dava lavoro a chiunque si presentasse, vengono licenziati ad uno ad uno. Il paese è in recessione e preda di cambiamenti climatici che portano gruppi di vespe ad attaccare arnie per api e rovinare il raccolto al di fuori della città portuale. Il via vai di storie non può che partire da qui, dalla situazione politica ed economica del Portogallo odierno, che è diverso dall'Italia degli anni '70 in cui Pasolini girava la Trilogia Della Vita portando le telecamere negli stessi paesi arabi, l'Iran e lo Yemen delle mura medievali di Sana'a, protagoniste dell'omonimo, splendido documentario dell'intellettuale friulano. No, qui c'è poco erotismo e tantissima inquietudine, depressione e impotenza. Come quella che attanaglia un gruppo di tecnocrati del governo e di emissari europei, che verranno curati e raggirati dall'uomo nero arcaico sul cammello che sembra venire direttamente dalle Afriche svantaggiate e dilapidate. Ma prima c'è l'angoscia dell'intellettuale, dell'autore, del regista: non più Pasolini che con il sorriso scriveva novelle a mo' di Geoffrey Chaucer ne I Racconti Di Canterbury e che ci riportava ad un'età dell'oro gioiosa, violentissima e giocosa. C'è Miguel Gomes, che si mette in scena facendo partecipe il pubblico della sua posizione privilegiata di lavoratore creativo in un paese già caduto nel baratro. Gomes pensa ai tavolini del bar, attorniato dai membri del suo set... ad un certo punto si alza e inizia a correre lontano, scappa.

Scappa verso il vortice di storie che si dipanano per oltre 6 ore di narrazione, di cui questo è il primo atto. Storie che parlano di personaggi magnifici che in realtà sono disoccupati, buttati in strada e talvolta malati cardiaci, aiutati da una giovane punk incazzata col mondo ma sempre pronta ad un momento di leggerezza a base di luppolo e fuochi d'artificio; un gallo in attesa della sua decapitazione racconta ad un giudice popolare, con tanto di fisarmonica al seguito, dell'ossessione amorosa che colpisce tre ragazzi, salvando con benevolenza anche colei che per gelosia tutto arderà.

E a ben vedere Le Mille e una Notte è esattamente questo: un atto di amore e fiducia nei confronti dell'imperfezione umana. Un'opera fiume del regista più in voga tra i portoghesi del dopo Manoel De Oliveira, che parte dal reale per arrivare ad un mitico che si specchia nel degrado e nella povertà causate dalle politiche di austerity. Quelle che hanno segnato il paese tra l'agosto 2013 e il luglio 2014, lasso di tempo in cui l'opera è ambientata. Non c'è narrazione o epica che possa estraniarsi dal contesto reale.

Atto di accusa, atto politico, così diverso dallo sperimentalismo avveniristicamente retro di Tabu, il film che ha consacrato Gomes in questi anni. Dichiaratamente diverso dalle Mille e una Notte letterarie e dal Fiore delle stesse notti di pasoliniana memoria. Di cui però condivide la partecipazione dell'uomo della strada (che non è più l'amorale abitante delle borgate metropolitane, bensì il piccolo borghese che di colpo perde il suo status), il proporsi come opera del popolo e per il popolo, senza il quale ogni storia non avrebbe luogo.

L'eclettismo della messa in scena e dell'intero concept si presta ad un'imperfezione dello stile, soavemente sporco, che non cade nella rozzezza proprio per la nobiltà ideologica di cui essa è costellata. Il risultato è eticamente ed esteticamente forte e rimarrà nei decenni a venire; rappresenta perfettamente lo spirito popolare, annichilito e in procinto prima o poi di tornare in vita, di questa stagione così preoccupante della storia europea.


VP