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venerdì 26 gennaio 2018

Tre Manifesti A Ebbing, Missouri (2017) by Martin McDonagh


Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (2017)
di Martin McDonagh

Frances McDormand (Mildred)
Caleb Landry Jones (Red Welby)
Kerry Condon (Pamela)
Sam Rockwell (Dixon)
Darrell Britt-Gibson (Jerome)
Woody Harrelson (Willoughby)
Abbie Cornish (Anne)
Riya May Atwood (Polly)


Il dramma della perdita di un figlio (anche se stavolta si tratta di una femmina) incontra il black humor di stampo provinciale: Mildred è arrabbiata con le autorità del sobborgo e in particolare col capo distrettuale per la mancata cattura dello stupratore di sua figlia adolescente, che dopo un litigio con lei stessa si è avventurata da sola per le lande della terra della libertà trovando la morte per ustione subito dopo la violenza. Tre cartelloni pubblicitari, sperduti in una strada dove non passa quasi nessuno e inutilizzati dagli anni '80, sono il modo per catalizzare le attenzioni della perbenista comunità, che non se ne starà a guardare inerte schierandosi ovviamente dalla parte della Polizia: anche perché il chief preso di mira è padre di famiglia e ha anche un cancro al pancreas.

Temi difficili, dunque, che si adatterebbero a drammi sociali di sfondo ambientale (un po' alla Monster's Ball), dove le spighe di grano delle terre una volta coltivate dagli schiavi neri oggi fanno il terreno di un western individuale dove il linguaggio taglia l'introspezione e porta il mood su un piano molto vicino ai fratelli Coen. Non può essere un caso che il britannico Martin McDonagh, che ricordiamo nel 2008 con In Bruges, abbia costruito il ruolo di Mildred sulle rughe, gli sguardi persi nell'orizzonte lontano, la volgarità dialettica (figlio e madre, padre e amante diciannovenne, si danno continuamente della "puttana") incisiva ma anche innocente di Frances McDormand, che non solo è la vera moglie di Joel Coen ma due decadi fa vinse anche l'Oscar per Fargo. Tre Manifesti A Ebbing, Missouri è la sua quinta nomination come Miglior Attrice... meritatissima!

Il film procede a ritmo sostenuto nella sua ambivalenza e contaminazione dei piani del linguaggio. Funziona benissimo anche se la regia di McDonagh non possiede le ambiguità della forma, quei significati talvolta anche nascosti dei gesti dei personaggi, proprie delle migliori uscite dei Coen. In questo senso l'entusiasmo di critica e pubblica è un po' esagerato, per un film che non aggiunge niente a ciò che abbiamo già visto e letto sulla provincia statunitense e nel quale ogni intenzione di ogni personaggio è estremamente chiara e senza ombre... e dove anche un deputy violento ed educato da madre nostalgica dei tempi confederati diventa buono grazie a una semplice lettera. Un po' irrealistico.


VP