Jigsaw (2017)
di Michael Spierig, Peter Spierig
Matt Passmore (Logan Nelson)
Tobin Bell (Jigsaw / John Kramer)
Callum Keith Rennie (Detective Halloran)
Hannah Emily Anderson (Eleanor Bonneville)
Clé Bennett (Detective Keith Hunt)
Laura Vandervoort (Anna)
Paul Braunstein (Ryan)
Mandela Van Peebles (Mitch)
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Ai fratelli tedeschi saliti alla ribalta per l'australiano Predestination il compito di rivitalizzare la saga del pupazzo ciclista che rinchiude i colpevoli in trappole mortali. Ovvero il serial killer più moralista dell'horror anni 2000 (e che anche stavolta "parla per i morti") fatto di stereotipi e situazioni telefonate come gli slasher di due decadi prima ma con un'esibizione radicale di corpi smaciullati e schizzi che sporcano le pareti già sporche di per sé. E non si capisce il motivo per cui i fenomeni della distribuzione italiana abbiano messo un titolo inglese che svia completamente dal Jigsaw originale, tanto che i fan della serie sarebbero stati più attratti dal ritorno del malato originario piuttosto che dal solito episodio di una serie che ormai ha perso qualsiasi autenticità (solo i primi due erano decenti).
Il lavoro dei teutonici è discreto, se non altro perché ci risparmia un happy ending gancio per la possibilità di nuovo sequel che per ora non c'è. Il prodotto è secco, quasi scarno, e, come per le innumerevoli saghe horror dagli anni '70 in poi, questo è un bene. La mattanza funziona con un bel cranio aperto all'altezza della dentatura per la gioia degli anatomisti. Come in Predestination si gioca sui piani temporali, il finale non è così spiazzante, anzi è intuibile proprio perché la saga di Saw ha abituato il pubblico a procedimenti mentali che neanche qui sono traditi.
Dagli Spierig aspettiamo ben altro di nuovo.
VP