Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

domenica 12 novembre 2017

The Square (2017) by Ruben Östlund

Dedicato ai compagni di visione Emiliolo, Giacomolo e Gai...(ezza, sic!)


The Square (2017)
di Ruben Östlund

Claes Bang (Christian)
Elisabeth Moss (Anne)
Dominic West (Julian)
Terry Notary (Oleg)
Christopher Læssø (Michael)
Linda Anborg (Linda)
Emelie Beckius (businesswoman)
Sofie Hamilton (robber)


Cosa è The Square? È essenzialmente un quadrato, anzi un'istallazione d'arte contemporanea scavata nei sampietrini di Stoccolma davanti al Museo Reale. È opera di un'artista argentina di cui sapremo poco o niente se non il suo intento di creare uno spazio davvero democratico dove ogni persona al suo interno ha stessi diritti e doveri. In realtà non è proprio così: The Square diventa presto il perimetro del socialmente consentito da superare ogni volta che si vuole davvero incidere sulla realtà. Lo superano due performers di strada che rubano portafogli e telefono al rampante direttore del museo. Lo supera una giornalista d'arte americana quando ad una festa nel Castello Reale penetra nell'eros dello stesso direttore, che l'aveva già superato di suo controllando i movimenti del suo telefono su Internet per poi minacciare un intero palazzo della periferia scatenando un effetto domino. Un performer slavo ad una cena di gala diventa l'uomo del mondo selvaggio che giustamente non si ferma alle convenzioni e sfonda il quadrato provocando la reazione altrettanto violenta dell'intera platea di gentlemen.

Palma D'Oro a Cannes meritatissima per un film grottesco a tema come non se ne vedevano da tempo. La versione nordica e odierna, dirompente senza mai cadere nel facile sensazionalismo, del surreale buñueliano che attacca il fascino molto discreto di una borghesia progressista che si crogiola nelle sue esibizioni di solidarietà e altruismo per poi servirsi del contributo di quell'1% che ha il 50% della ricchezza mondiale e che davvero potrebbe influire sulla genesi della violenza nella società di oggi.

Satirico, irriverente, ideologicamente rigido, girato da un giovane autore amante dell'esibizione (suo era Play, 2011, sull'immigrazione in Svezia) senza risultare mai esibizionista. Rimanendo fedele ad una condotta curiosa ma smaliziata che altri nordici, Lars von Trier in testa, non hanno dimostrato di conservare.


VP