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giovedì 26 ottobre 2017

IT (parte prima) (2017) by Andrés Muschietti


IT (part 1) (2017)
di Andrés Muschietti

Jaeden Lieberher (Bill Denbrough)
Jeremy Ray Taylor (Ben Hanscom)
Sophia Lillis (Beverly Marsh)
Finn Wolfhard (Richie Tozier)
Chosen Jacobs (Mike Hanlon)
Jack Dylan Grazer (Eddie Kaspbrak)
Wyatt Oleff (Stanley Uris)
Bill Skarsgård (Pennywise)


Una mattina tetra e piovosa, un regalo di un fratellone al fratellino già pronto ad uscire in impermeabile giallo: una barchetta di carta. Un corso d'acqua che scivola nelle fogne di Derry, l'immaginaria cittadina prototipo della provincia americana partorita dal massimo autore di genere della seconda metà del Novecento. Nelle fogne c'è un clown, un clown con un palloncino e una dentatura strana. Un clown che clown non è, bensì un demone ancestrale che si nutre delle paure e delle meschinità quotidiane di un'umanità ancora più orrorifica, tra padri molesti, bulli violentissimi, madri ipocrite che schiavizzano i pargoli col timore del malanno, una sfida quasi impossibile per un gruppo di perdenti della pre-adolescenza: una ragazza, un ipocondriaco, un ebreo, un negro, un ciccione fan di teen band e il fratellone balbuziente ancora in cerca del sangue del suo sangue. Loro vinceranno la loro battaglia e dovranno crescere in tranquillità, prima che Pennywise, ovvero l'immagine iniziale di IT, non tornerà 27 anni dopo (come da prassi) rivelandosi per ciò che più o meno veramente è.

L'argentino Andrés Muschietti, cresciuto ad Hollywood sotto la protezione di Guillermo Del Toro, guarda gli Stati Uniti con occhi sudamericani e ne tira fuori un ritratto spaventoso in cui la mostruosità del pagliaccio non regge quasi il confronto rispetto alle angherie fisiche e psicologiche che gli animi sensibili sono costretti a sopportare.

Cinematograficamente vince alla grande contro l'omonimo serial del 1990, che per un'intera generazione di nati negli anni '80 è stato il primo horror visto in televisione (ovvero impossibile da non mitizzare). All'epoca Pennywise aveva i tratti e l'umorismo di Tim Curry, che quindici anni prima ballava in The Rocky Horror Picture Show. Oggi il clown vuole da subito incutere molto più timore e non fa breccia nella fiducia dei bambini: lo svedese Bill Skarsgård ha il ghigno malefico che ricorda Jack Nicholson in Shining e se questo da un lato lo rende credibile e austero (in linea con l'atmosfera neo-gotica del racconto), dall'altro viene a mancare la natura ambigua e allegorica del personaggio (il commerciale e la superficialità del modello socio-economico americano) e il contrasto con la natura di ragnone che IT, nella sua forma più vicina alla realtà visibile dall'occhio umano, svelerà nella seconda parte.

Rispetto al romanzo di King, capolavoro del romanzo di formazione contemporaneo da proporre in tutte le scuole medie e letto dal sottoscritto proprio a 12 anni, ci sono un paio di semplificazioni (ambientato nel 1989, quando invece lo scritto parte dal 1960, peraltro pubblicato ancora tre anni prima) ed edulcorazioni: la più eclatante riguarda il bullo Patrick Hockstetter, di cui non vedremo mai le tremende gesta che invece lo scrittore raccontava addirittura dedicandogli un capitolo intero.

Forse anche per queste mancanze il film è uno straordinario successo al botteghino. Sophia Lillis è davvero una Beverly da sogno.


VP