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giovedì 22 gennaio 2015

Quaderni Ucraini (2010) by Igort



Quaderni Ucraini (2010)
di Igort
edizione Coconino Press - Fandango - pag. 192
18.50 euro


Il dolore e la morte, la malattia e l'abbandono; fattori che nell'Unione Sovietica di una volta accompagnavano l'estetica tronfia della propaganda di regime con effetti nefasti per i singoli individui.

Soprattutto in Ucraina, terra ricca, granaio d'Europa, ancora oggi contesa, occupata, divisa, dilaniata da una guerra civile che distrugge la dignità di popoli forzati a convivere per volere di Stalin, la sopportazione di una vita difficile diventa il leitmotif secolare della quotidianità di ognuno.

Dal 1931, anno del via alla collettivizzazione del grano fino alla persecuzione dei kulaki (i contadini) nemici del popolo, rastrellati, lasciati morire di fame, talvolta deportati nei lager siberiani in condizioni inumane alla Seconda Guerra Mondiale e la scarsità di cibo, ai tempi di Chruščëv e di Brezhnev e di un benessere modesto ma sufficiente per sorridere al mondo, al nuovo conflitto nel Donbass in cui l'autore prende le parti dei rivoluzionari di Maidan contro l'occupazione di stampo russo.

Quest'ultima parte è stata aggiunta nell'ultima edizione del 2014, come cappello finale che si lega ai Quaderni Russi dove l'occhio dell'autore è più smaccatamente politico che esistenziale. Il resto è uno splendido viaggio nel grigiore del popolo di Dnipropetrovsk, città in cui Igor Tuveri, in arte Igort, (fumettista sardo molto attivo sulla scena alternativa dagli anni '80 in poi, collaboratore di pilastri del disegno nostrano come Frigidaire) ha passato mesi nel 2008, districandosi nei mercati della città in cerca delle storie di quegli individui invisibili che sono la testimonianza di ciò che il Comunismo ha significato in quelle terre.

Il tratto del disegno è bellissimo, s'infila nelle piaghe dei volti scavati e offesi dalla Storia, nello strazio di lavori che affondano nella miseria umana: una vecchia donna misura il peso della gente per pochi copechi mentre la figlia è disoccupata, un divorziato vittima della perfidia femminile rimane lontano da tutti, il suo unico amico, colui che l'ha salvato dalla malattia, muore, i kulaki diventano scheletri prima di finire nelle fosse comuni.

Una meraviglia, con un nuovo finale che forse non serviva. O meglio, che è un'altra storia da approfondire.


VP