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sabato 15 ottobre 2011

Acqua In Bocca (2010) by Andrea Camilleri & Carlo Lucarelli





Acqua In Bocca (2010)
di Andrea Camilleri & Carlo Lucarelli
edizione Minimum Fax - pag. 108
10 euro


Accostare i due autori di maggior prestigio del giallo italiano contemporaneo era una tentazione troppo grande per Minimum Fax. L'intelligente casa editrice ha creato un caso letterario da un gioco tra i due iniziato in uno di quegli innumerevoli salotti letterari adibiti a convention sul genere, riuscendo a creare proventi da dare in beneficenza grazie anche alla sensibilità dei due scrittori.

Così il fenomeno che nel 2010 è stato al vertice delle classifiche di vendita per mesi è servito a una giusta causa. Il contenuto non si può dire che sia in linea con la bontà commerciale dell'operazione: una storiella di poche pagine che riprende la struttura, a dire il vero mai abusata e alquanto brillante, del giallo epistolare, senza però particolari colpi di genio in grado di ringalluzzire i fans degli autori.

Il commissario Montalbano e l'ispettrice Grazia Negro si inviano lettere a ripetizione per risolvere insieme un caso intricato, cercando di depistare gli organi ufficiali della polizia e intelligence criminali locali. Arrivano a commissionare consegne a persone terze e persino a nascondere i messaggi dentro cannoli siciliani.

Alla fine la sagacia dei due protagonisti avrà la meglio su un giallo in cui tutto torna. La furbizia tanto provinciale quanto open minded di Montalbano e la curiosità morbosa della Negro sono rese bene e la lettura ne risulta piacevole. La cosa che ci si chiede è dove si stia andando, specialmente se in questione trattasi di genere tanto amato quanto pieno di lettori forti. Acqua In Bocca ha un atteggiamento ludico nei confronti della materia trattata: la componente "gioco" supera di gran lunga la profondità degli snodi narrativi e dei tic dei personaggi.

La sensazione sgradevole è che il pubblico che ha decretato il successo di questa che, ricordiamolo, è essenzialmente un'operazione commerciale, abbia a che fare più con la Settimana Enigmistica che con materie letterarie come quelle di Raymond Chandler o James Ellroy, o come Camilleri e Lucarelli nelle loro uscite migliori.

Che la letteratura stia diventando sempre più una trovata pubblicitaria è una cosa preoccupante e che deve necessariamente far riflettere sul ruolo dell'editoria nostrana nella cultura di tutti noi. Alla chiusura dell'elegante edizione il pessimismo vince sul divertimento.


VP