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mercoledì 2 ottobre 2019

Ad Astra (2019) by James Gray


Ad Astra (2019)
di James Gray

Brad Pitt (Roy McBride)
Tommy Lee Jones (H. Clifford McBride)
Ruth Negga (Helen Lantos)
Donald Sutherland (Thomas Pruitt)
Kimberly Elise (Lorraine Deavers)
Loren Dean (Donald Stanford)
Donnie Keshawarz (Captain Lawrence Tanner)
Sean Blakemore (Willie Levant)


Astronauta orfano di padre e con problemi coniugali appena accennati viene coinvolto in una spedizione per indagare su dei "picchi", disastri spaziali che rovinano la Terra e causati da non si sa cosa. Forse proprio il papà che si pensava scomparso in una missione ai limiti del possibile c'entrerebbe ma ci sono segreti nelle spedizioni, prima verso la Luna, dopodiché verso Marte e poi verso Nettuno, che non possono essere rivelati. L'odissea nello spazio di un figlio in cerca di un padre dal cuore di tenebra (citare Kurtz è davvero elementare e persino noioso), un viaggio fatto di respiri, ricordi, navi norvegesi che non rispondono alle chiamate e che si scopre conquistate da violentissimi primati, umori soffusi e una recitazione tutta sottotono che vorrebbe dare al film un'aurea noir, per incastonarsi in un universo di serissima sci-fi in compagnia di mostri sacri targati Kubrick, Tarkovskij o Sunshine di Danny Boyle, giusto per non volare troppo in alto.

Dirige James Gray, che negli anni '90 firmò uno splendido e semi-sconosciuto film sulla criminalità organizzata est-europea trapiantata in America (Little Odessa, 1994) e che oggi si fa produrre da Brad Pitt stesso una roba che vorrebbe essere evocativa ai limiti del filosofico: probabilmente fino a due decadi fa lo sarebbe stata, noiosa ma affascinante. Oggi, nell'era del digitale, della globalizzazione e della tecnologia a portata di tutti che sembra superare la NASA stessa, questo tipo di pellicola, se non si distanzia un attimo da tutto ciò che nei tempi passati abbiamo visto, risulta inevitabilmente convenzionale e persino goffa quando cerca appigli tematici nella letteratura (ancora Conrad) e nei modelli passati (ancora 2001, Solaris e compagnia cantante).

Per quanto possa essere girato bene, la visione non serve a nulla; appena compreso dove si vorrebbe andare a parare, l'unica adrenalina che resta è quella del corpo dello spettatore che freme per alzarsi dalla poltrona e tornare a casa. Quando è ancora sveglio.


VP