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sabato 31 agosto 2019

Mademoiselle (2016) by Park Chan-wook


Ah-ga-ssi (2016)
di Park Chan-wook

Min-hee Kim (Lady Hideko)
Tae-ri Kim (Sook-Hee)
Jung-woo Ha (Count Fujiwara)
Jinwoong Cho (uncle Kouzuki)
Hae-sook Kim (Miss Sasaki)
So-Ri Moon (aunt of Lady Hideko)
Si-yeon Ha (maid 3)
Ha-na Han (Junko)


Lui, lei e l'altra: per lui e lei si intende due coreani che vengono dalla povertà, il primo che si finge Conte all'arrembaggio di cuori d'alto lignaggio, la seconda serva ingenua ed analfabeta. L'altra è l'obiettivo: un'impaurita e psicologicamente fragile nipote di ricco cultore di letterature erotico/sadiche, che vive in una magione circondata dal verde di architettura ango-nipponica (perché lo zio disprezza la Corea e sublima il Giappone e l'Impero Britannico a suo modo), in cui il sole non entra mai per non rovinare le pagine dei libri e la vita è scandita secondo ritualità nobili. La ragazza sarà fuorviata dalla fedele serva e conquistata fino al matrimonio dal Conte che le impartisce lezioni di disegno: ma è davvero così?

È la prima delle tre parti che compongono questo film che inizia come un ritratto della Corea anni '30 a mo' di mêlo calligrafico di passioni scoperte e tentazioni alle quali è difficile resistere. Una roba alla Jane Austen ma trasposta nella cultura coreana, salvo poi cambiare completamente registro. O meglio il piglio estetizzante del forse più esteta dei registi coreani rimane lo stesso, ma l'immagine piatta che di solito esce da queste opere qui si carica di ambiguità grazie ad una scrittura del racconto che ribalta continuamente i piani. Perché il colpo di scena con cui si chiude la prima parte (ed è un passaggio straniante davvero), porta ad altre due parti dove si ripercorre la vicenda da altri punti di vista, alla scoperta dell'inimmaginabile.

Il film è bello e appassionante, recitato da attori che sembrano avere le parti su misura dei propri volti e delle proprie movenze. Si può dire che la furbizia sia tanta e che questa sorta di dramma letterario che si converte in thriller erotico patinato sia convenzionale come nella più scontata delle tradizioni del cinema storico decadentista. È vero, Park Chan-wook è un gran furbacchione e tutto è tranne che un autore incorruttibile ad esempio alla Chang-dong Lee (Oasis, 2002): fin da Mr. Vendetta per passare ad Old Boy e finire la sua trilogia pulp condita di spiritualità con Lady Vendetta. Trilogia di cui questo Ah-ga-ssi, che esce da noi con tre anni buoni di ritardo, è la versione depurata di forma pop, con l'artifizio scenico a rimanere intatto. Il grande cinema è anche e forse soprattutto questo.


VP