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lunedì 3 giugno 2019

Dolor y Gloria (2019) by Pedro Almodóvar


Dolor y Gloria (2019)
di Pedro Almodóvar

Antonio Banderas (Salvador Mallo)
Penélope Cruz (Jacinta Mallo joven)
Leonardo Sbaraglia (Federico)
Asier Etxeandia (Alberto Crespo)
Cecilia Roth (Zulema)
Raúl Arévalo (Padre)
Nora Navas (Mercedes)
Julieta Serrano (Madre)


Frammenti di vita presente e remota di un regista che per anni (si presume il post-franchismo ovvero quando la carriera di Almodóvar ebbe inizio) si è dato alla curiosità della conoscenza e delle esperienze e che arrivato ad una certa età (e dopo la morte della madre cattolicissima) inizia ad accusare i colpi: innanzitutto fisicamente, con malesseri da tutte le parti, e poi mentalmente. Una posizione sociale prestigiosa, ma anche sfuggente dal punto di vista dell'auto-realizzazione, un'attrice che dopo un'immersione spiritica in piscina gli si attacca forse per opportunismo, ma forse anche no, un altro attore fuori porta da coinvolgere nella presentazione (comicamente fallita) al pubblico di un film "Almodóvar vecchio stampo della movida madrileña", che in seguito porterà ad un progetto teatrale assai più viscerale sull'arte del ricordo e della rappresentazione, e che lo introduce senza volerlo al consumo di eroina.

Non è un effetto notte, o una notte americana (e chi vuole capire capisca), quello di Almodóvar. Non c'è alcun direttore di un set cinematografico, che in realtà vedremo alla fine ma senza il protagonista tecnicamente parte in causa (almeno in base a ciò che la macchina e gli altri orpelli del Cinema ci mostrano). Si tratta invece di una versione almodóvariana di 8 e 1/2 aggiornata ai giorni nostri: un quadro della vita di un regista odierno che guarda, in attesa di un futuro sinistramente incerto e dominato dalla percezione di un benessere giovanile che svanisce mano a mano, ad un passato che ritorna (anche sotto forma di un vecchio amore gay) modificato dalla sensibilità interiore. La mamma dell'epoca franchista dagli occhi chiari (una splendida Julieta Serrano), nella fiction, che probabilmente è più vera del vero, ha le sembianze totalmente latine e neorealiste di Penélope Cruz, così come il piastrellista di una grotta in cui la famiglia del regista visse in fede e povertà è un bellimbusto che, come l'attore con l'eroina, introduce il giovanissimo protagonista all'omosessualità e ai vizi dell'occhio che guarda.

Tutto fatto con estrema delicatezza ed ironia, talvolta anche un po' sporcacciona ma sincera, come si confà all'Almodóvar post-anni '80. Opera minore di una filmografia sempre più ricca: irregolare, pretenziosa, multiforme, eppure mai sbagliata.


VP