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venerdì 25 gennaio 2019

La Favorita (2018) by Yorgos Lanthimos


The Favourite (2018)
di Yorgos Lanthimos

Olivia Colman (Queen Anne)
Rachel Weisz (Lady Sarah)
Faye Daveney (Sarah's maid)
Emma Stone (Abigail)
Jennifer White (Mrs Meg)
LillyRose Stevens (Sally)
James Smith (Godolphin)
Mark Gatiss (Lord Marlborough)


Una dama venduta dal padre ubriaco anzitempo ad un ciccione tedesco arriva alla corte della Regina Anna, dove ogni decisione presa da Sua Maestà, perennemente conciata come un tasso, allettata con campanaccio sempre pronto a essere agitato affinché le serve accorrano, divoratrice di ostriche e compagna di stanza di conigli ingabbiati, è influenzata dall'intermediazione e dalla passione amorosa ed erotica della "favorita" Lady Sarah. Che accoglie l'ormai ex dama cosparsa di fango puzzolente e che ricomincia la scalata dal basso, ovvero da serva, ne scorge la nobile dote e ne avalla infine l'allontanamento. C'è una guerra contro la Francia che agita il Parlamento, dove parrucche bianche pacifiste (e non per questo meno ipocrite e dedite ai ricatti di Corte) sfidano a suon di inchini alla Regina quelle più scure che invece sono interventiste e vorrebbero forzare ancora la mano in battaglia per guadagnare una tregua favorevole materialmente all'Inghilterra (con buona pace dei sudditi delle campagne che vedranno raddoppiarsi le imposte per i finanziamenti). Ma la vera guerra è dentro la stanza di Sua Maestà: Lady Sarah contro Abigail, che ovviamente tornerà Lady e si vendicherà di tutto nel modo più crudele.

Divisione in capitoli, umorismo sottile e pungente, filtri che deformano l'immagine, le stanze reali britanniche come un tetro acquario di anime influenzate in tutto e per tutto da una classe che non fa la nobiltà. Si possono sprecare i rimandi da Barry Lyndon (ovvero la storia di uno sconfitto che si rilancia grazie alle ipocrisie di una società esclusiva) a L'Età Dell'Innocenza arrivando persino a Ridicule di Patrice Leconte, l'ironia beffarda che permea i racconti delle segrete stanze, e Le Relazioni Pericolose con il suo turbinio di passioni. Non fosse per qualche lato caricaturale, soprattutto nelle interpretazioni di Olivia Coleman (una Queen assai poco graziosa) e della vendicativa Emma Stone (invece la duellante Rachel Weisz è assai più posata, sofisticata e profonda), questo La Favorita potrebbe essere considerato una sorta di Sussurri e Grida senza rosso ma virato nel bianco della plumbea luce di un'Inghilterra mai mostrata esternamente che entra nei corridoi dai gotici finestroni.

Alla prova più ambiziosa Yorgos Lanthimos vince nella messa in scena negli spazi stretti, esattamente come in Kynodontas, di cui La Favorita è la versione regia e consapevole, chissà poi quanto, del mondo, perde invece nella forza simbolica da cui un film di lotta di classe e ribaltamento improvviso dei ruoli dovrebbe attingere. Forse vincerà l'Oscar tra le innumerevoli candidature figlie della fascinazione dell'Academy per le ambientazioni anglo-aristocratiche del XVII secolo, ma per gli estimatori del regista greco rimarrà un'opera tanto beffarda quanto priva della radicale ambiguità nei rapporti tra i personaggi che ne ha costellato le pellicole migliori.


VP