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martedì 10 luglio 2018

La Prima Notte Del Giudizio (2018) by Gerard McMurray


The Fist Purge (2018)
di Gerard McMurray

Y'lan Noel (Dmitri)
Lex Scott Davis (Nya)
Joivan Wade (Isaiah)
Mugga (Dolores)
Luna Lauren Velez (Luisa)
Kristen Solis (Selina)
Rotimi Paul (Skeletor)
Mo McRae (7 & 7)


Il prequel dell'ottima saga della Purga firmata James De Monaco, che rinverdisce i fasti dell'action orrorifico a sfondo socio-politico di carpentieriana memoria in modo sano e godibile, ha una firma e un taglio tutto all black: Gerard McMurray porta la dinamica più veritiera di quanto possa sembrare della purga annuale, per combattere crimine e sovrappopolazione da parte di una terza forza politica vagamente nazi-borghese altra rispetto ai tradizionali conservatori e democratici, nei bassifondi di Staten Island, dove comunità nere e ispaniche vengono usate come cavie per la prima attuazione dell'esperimento in un luogo chiuso in cui le persone sono incentivate a restare (sfogandosi e/o rischiando la vita per la modica cifra di 5.000 dollari più bonus qualora la partecipazione all'evento fosse attiva e documentata da lenti a contatto fosforescenti dotate di telecamera): molti, i più solidali e contrari, portafoglio permettendo, al nuovo corso politico americano, si rinchiudono in Chiesa oppure si danno alla pazza gioia nei party a tema, incuranti di una possibile strage impunita ad ogni minuto della notte.

Strage che incredibilmente tarda ad arrivare: una psicologa collaboratrice del governo si chiede il perché morale di questa remissione e anche il motivo per il quale molti dei crimini vengano effettuati con maschere al viso come se si trattasse di una notte legalmente ordinaria. Il governo dei cosiddetti Padri Fondatori se la vede brutta: le poche morti equivalgono al fallimento della sperimentazione, alle tasse non sforbiciate come il sistema capitalista vorrebbe e alla persistenza di una crisi dei sub prime ancora peggiore di quella del 2008. A mali estremi, estremi rimedi: ecco pronte le squadrone della morte mercenarie anche dall'est Europa, come se già le gang afroamericane e i tossici scheletrici incazzati col mondo intero non fossero abbastanza.

Insieme al secondo capitolo della serie è il meno forte a livello di contenuti e anche a livello di malizia ideologica del racconto. È probabilmente invece uno dei più sentiti, anche dal punto di vista razziale, e gli si possono perdonare buchi di scrittura abbastanza evidenti e contraddizioni del comportamento dei personaggi principali.

La cronaca vera del mondo occidentale in crisi sostiene la forza di un brand che dopo il suo culmine di 2 anni fa (il meraviglioso Election Year di DeMonaco) continua a imporsi come il prodotto brillante di una tradizione cinematografica americana e non solo che fino alla sua prima apparizione low budget del 2013 era sepolta sotto uno stuolo di prodotti di genere assolutamente fini a se stessi. Uscito in America il 4 luglio: commercialmente astuto.


VP