Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

mercoledì 11 aprile 2018

Happiness (1998) by Todd Solondz


Happiness (1998)
di Todd Solondz

Jane Adams (Joy Jordan)
Jon Lovitz (Andy Kornbluth)
Philip Seymour Hoffman (Allen)
Dylan Baker (Bill Maplewood)
Lara Flynn Boyle (Helen Jordan)
Justin Elvin (Timmy Maplewood)
Cynthia Stevenson (Trish Maplewood)
Lila Glantzman-Leib (Chloe Maplewood)


Vite borghesi WASP tra New York City e il New Jersey: un famiglia con le sue diramazioni, tra nuclei perbenisti dentro cui si annidano i fantasmi dell'orrore più drammatico e sconvolgente e insegnanti con vene artistiche che rimangono sole, figli in attesa della scoperta della propria sessualità, un confronto con il mondo esterno tanto folle quanto incastonato in una piattezza di facciata proprio al riparo delle ombre che inevitabilmente saltano fuori. Un immigrato, studente russo e seduttore gentiluomo (e ladro seriale), potrebbe mai portare un pizzico di felicità nella vita di uno di loro? Oppure una nuova vita nella terza età, in una nuova casa e senza un marito che intanto se ne va
 per i fatti suoi (non si capisce perché o per cosa). Oppure l'avvento del primo schizzo di euforia sarà la base della stabilità emotiva dell'uomo borghese di domani, che non avrà neanche più un padre psicologo con cui confrontarsi, visto che le euforie di quest'ultimo erano tutte concentrate sugli obiettivi più sbagliati del mondo, quelli che mai dovrebbero essere sfiorati anche solo col pensiero.

Trattare il tema della pedofilia con stile leggero e sconvolgente, distruggere le convenzioni di una borghesia americana le cui ambizioni di felicità sono sotterrate dal cinismo di una società implacabile verso l'intimità di ogni persona e il solidale che unisce i destini di tutti. È un ultra-individualismo in cui ognuno pensa a sé e tralascia le conseguenze delle proprie azioni a discapito degli altri. Un ritratto impietoso ma anche divertente (e proprio per questo ancora più tragico) delle solitudini di una società che si direbbe moderna e avanzata.

Talvolta a Todd Solondz (che era il regista brillante di Fuga Dalla Scuola Media, Welcome To the Dollhouse, 1995) scappa un po' la mano e fa cadere più di un personaggio nella macchietta (soprattutto il russo e la sua volgare compagna, ma anche la scrittrice annoiata che si fa importunare al telefono dall'alcolista erotomane interpretato da uno splendido Philip Seymour Hoffman), non tutto torna sia nella narrazione che nell'omogeneità dello stile autoriale.

Ma Happiness, nel suo confrontarsi con la commedia degli equivoci e con il dramma corale altmaniano, mostra una grandezza e una capacità di osare, anche di fronte al tema meno rappresentabile, che lo rende uno dei più ambigui e al tempo stesso sorprendentemente leggeri esemplari che gli anni '90 abbiano partorito.


VP