Átame (1989)
di Pedro Almodóvar
Victoria Abril (Marina Osorio)
Antonio Banderas (Ricky)
Loles León (Lola)
Julieta Serrano (Alma)
María Barranco (Médica)
Rossy de Palma (Camello en Vespa)
Francisco Rabal (Máximo Espejo)
Lola Cardona (directora psiquiátrico)
La direttrice di un manicomio e un paziente giovane e aitante, che ha imparato ad aggiustare serrature, un addio bagnato di lacrime, da parte di lei. Il giudice ha deciso che il paziente può tornare in società, che è quella della prima, vera, movida spagnola post-franchista. Una movida che vede piazze di spaccio popolate da giovani e fiammanti porno attrici che provano a rifarsi un'immagine, una carriera, una vita. Un regista famoso in carrozzella la corteggia ma è l'ex detenuto del manicomio ad irrompere le scene (con un'amoralità da ladruncolo e sequestratore quasi involontario) dando il via alla magnifica ossessione che è alla base dell'amore.
La commedia sbarazzina e fisica del primo ciclo di Almodóvar, che cita John Huston per il personaggio del vecchio regista in carrozzella e si affida come spesso nei suoi film, soprattutto in questa prima parte della sua filmografia (diciamo fino a Il Fiore Del Mio Segreto, 1995), alla verve degli interpreti capaci di sprigionare un potere magnetico anche solo con i corpi. Il cinema del regista spagnolo più celebre delle ultime tre decadi è un concentrato di classicismo (solitamente virato in commedia o in mêlo) mascherato da trasgressione queer; in questo film dell'89 il gioco è divertente e divertito, senza ombre né ambiguità che vadano al di là dell'assunto di base. Lo stile registico non va oltre il necessario per servire storia e personaggi. Almodóvar ha fatto innegabilmente di meglio.
VP
