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mercoledì 6 settembre 2017

Dunkirk (2017) by Christopher Nolan


Dunkirk (2017)
di Christopher Nolan

Fionn Whitehead (Tommy)
Damien Bonnard (French Soldier)
Aneurin Barnard (Gibson)
Lee Armstrong (Grenadier)
James Bloor (Irate Soldier)
Barry Keoghan (George)
Mark Rylance (Mr. Dawson)
Tom Glynn-Carney (Peter)


Mare, terra e aria: una volta le guerre si facevano così, anche in Occidente. Britannici e francesi sono all'angolo, confinati in un lembo di terra sabbioso e con i nazisti che avanzano verso le coste. Serve un piano di evacuazione, un miracolo: Churchill non può perdere 30.000 uomini e quel giorno del 1940 si compie una disfatta militare che è anche una vittoria in vite umane messe in salvo. L'happy ending non c'è: la guerra andrà avanti altri 5 anni e per il momento la Francia rimarrà occupata con il Regno Unito sotto minaccia: "se non combattiamo qui tra un po' non ci sarà più casa".

Annuale film celebrativo sulla Seconda Guerra Mondiale, vista da ambo i lati della Manica, da parte dell'enfant prodige di sua maestà che dopo i due Batman, il cui valore era dato dalle ambiguità del ruolo dell'eroe, confeziona un collage di situazioni chiare e senza ombre già ampiamente esplorate nel Cinema anche contemporaneo (Fury). Si affida al senso del vuoto e al minimalismo dialettico in contrasto con lo sfarzo tecnico della pellicola. Un francese riesce ad intrufolarsi nella flotta britannica trasportando una barella, pronunciando per tutto il film un "Je suis français" al momento del grande scontro culturale e cameratesco tra soldati in teoria dalla stessa parte. Mancano le sottili linee rosse e un'idea più innovativa dei protagonisti sotto attacco da parte di un nemico invisibile che agisce dall'esterno: in pratica Distretto 13 (1976) di John Carpenter con artiglieria pesante hollywoodiana a supporto.

A prendere davvero il volo è l'accompagnamento musicale del crucco Hans Zimmer, che come i musicisti di una volta, quelli del muto, compone una sinfonia totale e senza pause, che si fonde perfettamente con gli effetti sonori (facendoli propri) letteralmente bombardando il film di rintocchi: un capolavoro. Pur con tutti i movimenti verso l'alto (a mo' di sguardo umano in cerca di caccia militari in cielo) e le piroette delle scene aeree, la regia di Nolan non regge il confronto: si limita ad essere un fedele compagno di squadra, che pensa di comandare a gran voce e non si rende conto di essere invece proprio lui il sottoposto.


VP