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martedì 20 dicembre 2016

Rogue One: A Star Wars Story (2016) by Gareth Edwards


Rogue One: A Star Wars Story (2016)
di Gareth Edwards

Felicity Jones (Jyn Erso)
Diego Luna (Cassian Andor)
Alan Tudyk (K-2SO)
Donnie Yen (Chirrut Îmwe)
Wen Jiang (Baze Malbus)
Ben Mendelsohn (Orson Krennic)
Guy Henry (Governor Tarkin)
Forest Whitaker (Saw Gerrera)


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, una navicella a triangolo imperiale atterra su un pianeta in cerca del creatore dell'arma distruttiva della Morte Nera: non Star Wars e la musica di John Williams, ma direttamente la storia che si apre senza tappeti di parole nello spazio. Un sacrilegio? Una scelta di cattivo gusto? Comunque la pensiate si tratta di un modo da parte della Disney, oggi detentrice del brand insieme a Lucasfilm, di separare la nuova trilogia ufficiale, iniziata da J.J. Abrahms, da una serie di spin-off atti a completare ulteriormente l'epica creata da Lucas nel 1977 di cui Rogue One è il primo esemplare. Ma cosa accade se il primo spin-off si rivela migliore di The Force Awakens di Abrahms? Si crea un cortocircuito che non sappiamo a quale disastro ci porterà, ma che se non altro offre suggestioni metalinguistiche con le quali non avevamo a che fare dalla fine dai vari director's cut della prima trilogia (fine anni '90).

Tanto The Force Awakens era autoreferenziale e compiaciuto del suo riprendere stilemi, scenografie, design e tempi della fantascienza anni '70, riportando in auge Millennium Falcon, Ian Solo e Princess Leila, tanto Rogue One, pur intraprendendo il medesimo cammino retro di accostamento al 1977, si rivela libero da ogni furbata autoriale e genio ostentato di cui J.J. Abrahms è piuttosto schiavo dagli anni di Lost passando per il famoso reboot di Star Trek.

Non solo: Rogue One, con la sua narrazione veloce e la storia perfettamente incastrata tra le altre vicende già conosciute nei film innanzitutto, nei libri e nei videogiochi a marchio Star Wars (in pratica è proprio il prequel del capostipite del '77, descrive tutte le dinamiche che poi porteranno le truppe imperiali ad assaltare la nave di Sua Maestà per poi riversarsi a Tatooine), riporta all'attenzione non solo dei fan adepti della saga ma anche degli appassionati di Cinema (non solo di fantascienza) la vera natura primordiale del progetto lucasiano nato tra i viali della University Of Southern California. Ovvero un film di Serie B, parente non lontano di prodotti meno consacrati come Logan's Run (1976).

In questo senso Rogue One, ancor più di The Force Awakens, sembra davvero venir fuori dagli anni '80. Potrebbe essere addirittura postumo di The Empire Strikes Back (1980) e precendente a Return Of the Jedi (1983). La cura della descrizione dei pianeti, il design magnifico degli androidi, i nuovi modelli delle astronavi e la riproposizione favolosa degli scontri tra X-Wing ribelli e Tie-Fighter imperiali non sono mai stati così dominanti. C'è un Jedi con gli occhi vitrei a mandorla che sente la Forza, creature dei pianeti che riportano al mitico Jabba the Hutt, gli AT-AT che bombardano una specie di Singapore stellare controllata dall'Impero, un Darth Vader in grande spolvero, degli stormtrooper neri bellissimi, i lanci nell'iperspazio e una convincente sorpresa finale.

È davvero una Star Wars Story, davvero Star Wars come non mai, anche senza John Williams e l'intro iniziale indimenticabile, ma ormai scontato, per il quale le urla degli irriducibili della saga si sono sentite in tutte le galassie. Oltre il talebanismo c'è il più sorprendente Star Wars proprio dai tempi di The Empire Strikes Back, del quale dobbiamo ringraziare Gareth Edwards, ovvero il regista classe 1975 dell'ultimo Godzilla.

Verrebbe da dire il migliore da 36 anni a questa parte se, a dispetto di trama e sviluppo narrativo che funzionano alla grande, non fosse un po' debole nelle motivazioni dei personaggi: stravagante, se pensiamo che Star Wars rappresenta da sempre l'esempio più riuscito di messa in scena delle indicazioni di Campbell e Vogler sul "viaggio dell'eroe".

Detto ciò l'entusiasmo è alle stelle, tanto che ora l'attesa per il prossimo spin-off è addirittura maggiore a quella per il nuovo capitolo della serie principale. Punto e palla ora a Rian Johnson, autore del prossimo Episode VIII...


VP