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lunedì 14 novembre 2016

Manoeuvre (1979) by Frederick Wiseman


Manoeuvre (1979)
di Frederick Wiseman


Truppe americane sulla linea della cortina di ferro, in Germania dell'Ovest. No, non è una guerra, a dispetto dei carri armati e dei caccia che svolazzano sui boschi a un centinaio di chilometri da Francoforte. È una manovra, un'esercitazione, prove di una guerra forse imminente o che forse mai si farà. Ma la manovra è necessaria, perché come dice il comandante della U.S. Army all'inizio "l'esercitazione porta l'equivalenza con l'altra parte, non una provocazione. La debolezza è provocazione". L'America a sostegno della NATO alla fine degli anni '70, contro il Patto Di Varsavia e le truppe sovietiche che vigilano dall'altra sponda. La guerra è simulata con tutti i processi perfettamente ricreati per la migliore delle rese.

C'è chi si lamenta, da veterano della guerra vera (in Corea e Vietnam), della scarsa credibilità del tutto: "saremmo già morti", dice. Ma lo scorrazzare dei blindati sul suolo tedesco, oltre a mietere vittime immaginarie con esiti già pianificati, permette ai soldati di scherzare e scambiare contatti con i locali. Questi si affacciano dalle finestre, guardano incuriositi e con qualche fastidio. Una ragazza racconta della durezza degli anni anni successivi alla sconfitta del Terzo Reich (appena tre decenni prima), del cibo che mancava, del paese distrutto. Di tanto in tanto qualche cittadino ribelle, nostalgico del Nazismo, ostacola la strada.

Il resto è un MASH in Europa e senza guerra. Si incrociano destini, comandati da un sistema atlantico che non può lasciare nulla al caso. Anche questa è la sicurezza nazionale: una boutade con mezzi pesanti e costosi, per testimoniare al mondo e a se stessi di esserci. Essere "Stato" o stati da proteggere. La macchina di Wiseman si aggira nei campi: filma giornalisti, marescialli, strade dall'ottica sia interna al gruppo di soldati (sui mezzi di guerra), sia esterna a contatto con la popolazione locale, che sente spari ed echi di guerra vera, ma intanto non può far altro che camminare, osservare e farsi domande senza risposta.

Accanto alla potenza di fuoco, a cui la macchina si accosta con piglio quasi feticista, si capisce la vera natura delle organizzazioni mondiali e degli equilibri di un'umanità rigidamente divisa. Una vetta del documentario.


VP