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domenica 13 novembre 2016

La Teoria Svedese Dell'Amore (2015) by Erik Gandini


The Swedish Theory Of Love (2015)
di Erik Gandini

Erik Gandini (voce narrante)
Lars Trägårdh
Nhela Ali
Erik Erichsen
Zygmunt Bauman
Marie Helena Fjallas
Marta Corradi
Anni Stavling


Mentre in Italia era in atto la videocrazia berlusconiana, in un altro paese dell'Europa ricca si rendevano le persone collegate dal welfare ma indipendenti affettivamente e logisticamente le une delle altre. Dare a tutti una casa, dare a tutti un lavoro, liberare la donna dal giogo maschile e permettere al maschio di morire in santa pace. In Svezia non è più Inferno o Paradiso come si vedeva in un mondo movie del '68 (regia di Luigi Scattini), ma è un limbo di strade vuote, atmosfere sospese, deserti di tranquillità, pareti bianche e sterili, spermatozoi conservati e curati per la fecondazione assistita: non è detto che per una donna che vuole un figlio ci sia bisogno necessariamente di un partner o di un padre per il nascituro. L'umanità del futuro nella socialdemocrazia idealizzata dalle Sinistre di tutto il mondo.

Ma c'è anche chi si ribella: alcuni giovani si ritrovano nei boschi lapponi per terapie basate sul tatto e addirittura un medico famoso si trasferisce nell'Africa più disastrata, dove cura i femori con i ferma capelli, ritrova l'istinto di conservazione, la sacralità della vita anche in contesti violenti, l'opportunità di non essere dimenticato in fretta una volta passato a miglior vita. Il sociologo polacco Zygmunt Bauman ci spiega che i problemi stimolano la curiosità, la capacità di risolverli e trovare una piena soddisfazione interiore.

Il documentario è efferato, un vero e proprio sfogo di un italiano trapiantato in Svezia nella culla della civiltà più avanzata e a disposizione di tutti. Ciò che manca è l'ironia, uno sguardo sarcastico, un'equidistanza nella presentazione dei temi. Nel bosco con i ragazzi ci si abbandona in voyeurismi timidi ma degni di Mondo Cane, senza però la carica dissacrante e politicamente scorrettissima (per non dire razzista) del ciclo di film democristiani che tra gli anni '60 e gli anni '70 agitavano i pruriti esotici della borghesia italiana in ascesa.

Deprimente.


VP