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domenica 23 ottobre 2016

La Verità Sta In Cielo (2016) by Roberto Faenza


La Verità Sta In Cielo (2016)
di Roberto Faenza

Riccardo Scamarcio (Enrico De Pedis)
Maya Sansa (Maria)
Greta Scarano (Sabrina Minardi)
Valentina Lodovini (Raffaella Notariale)
Shel Shapiro (John)
Tommaso Lazotti (Pietro Orlandi giovane)
Anthony Souter (Roberto Calvi)
Elettra Orlandi (Federica Orlandi)


Una ragazzina di 15 anni suona il flauto al centro di Roma, a fine lezione si allontana e poi della sua giovinezza, dei suoi pantaloni a vita alta, del suo sguardo dolce e innocente non sappiamo più nulla. Forse sappiamo di una macchina che la pedinava, sappiamo di una ex fidanzata di Bruno Giordano (il bomber della Lazio e del Napoli) che se la fa con un criminale dandy che tiene in scacco le sfere alte dello Stato e del potere bancario e poi verrà sepolto addirittura in una Chiesa. Opus Dei, massonerie, giri di droga, ricatti? Cosa si cela dietro la sparizione di una cittadina vaticana in un pomeriggio normale dell'83? La verità, per l'appunto, sta in cielo e forse ci si avvicinerà una giornalista italiana trapiantata a Londra, chiamata a tornare a Roma per far luce su questo mistero incredibile, tornato alla ribalta con le vicissitudini odierne di Mafia Capitale.

Peccato però che stile di regia e recitazione siano quanto di più televisivo ci possa essere. Faenza mette sul piatto tante carte e fa finta di scoprirle, seguendo le piste conosciute dai media e dalla magistratura. Dietro la sparizione Emanuele Orlandi, che è uno dei casi più neri dell'intera storia della Repubblica, rimane sempre quel punto interrogativo, che per quanto aggirato scuote sempre i nervi dello spettatore e del cittadino. Non è un film di denuncia di quelli che si facevano negli anni '70, bensì un drammone criminale che rubacchia un po' dappertutto, tra televisione, Dan Brown e atmosfere laccate dei salotti romani collegati alla criminalità di strada (si toccano i casi Calvi e Banda Della Magliana).

Una mancanza di sensibilità estetica che penalizza anche la prova degli attori: è mortificante vedere Maya Sansa completamente fuori luogo e doppiata in post-produzione. Rimane solo la livida faccia e il linguaggio tagliente di Greta Scarano, che alza la mediocre qualità del film.


VP