Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

mercoledì 16 novembre 2016

At Berkeley (2013) by Frederick Wiseman


At Berkeley (2013)
di Frederick Wiseman


A Berkeley i ragazzi fanno su e giù, come le biciclette e i macchinari tagliaerba. Intanto nelle stanze chiuse del campus pubblico più prestigioso del mondo si parla dei grandi problemi che l'Università deve affrontare: a fronte di un corpo docenti all'avanguardia e ad investimenti fondamentali nella ricerca, che fanno di Berkeley il secondo polo mondiale nelle classifiche dietro Harvard, vengono a mancare i finanziamenti dello Stato. Bisogna ridurre i costi di gestione senza toccare i punti cardine, istruzione, accessibilità, ricerca, che fanno la grandezza del college. Gli sforzi sono enormi, così come sono enormi le tematiche sociali che invece i giovani trattano: la discriminazione dei neri e dei latinos, l'ipocrisia degli studenti bianchi che si dicono democratici ma a fatti dimostrano ben altro. Altri sono preoccupati dal finanziamento delle banche: perché anche un'istituzione pubblica non prende le distanze dalla logica americana del debito. Gli studenti devono lavorare nei momenti liberi, quando non studiano il funzionamento delle macchine, l'anatomia umana per protesi alle gambe, il Teatro, la Filosofia, la Letteratura, la leadership politica.

Ma dai movimenti studenteschi scatta la protesta: i ragazzi vorrebbero un altro mondo, niente tasse, servizi gratuiti, mettere l'educazione e la cultura al centro di tutto. Occupano la biblioteca e lì rimangono finché un altro giorno passa ed è tempo di chiudere. Al Rettore e ai funzionari basta una lettera generica di comprensione: il primo ricorda quando, negli anni '60,  anche lui era un giovane studente, contrario alla Guerra Del Vietnam. Ricorda le proteste, il sudore, i rischi e le responsabilità infinitamente maggiori dei ragazzi di oggi. Allora le cose, assai più gravi e violente, cambiarono: qualche decennio dopo una scrivania importante sarebbe comunque arrivata. Che ne sarà invece di questi ragazzi?

Il cinema di Wiseman è la morte del mito del self made man. Non esiste il singolo, non c'è mai alcuna volontà umana individuale. C'è il sistema di un formicaio (sia esso un liceo, un college, un negozio, un esercito), in cui ormai ogni archetipo sociale naviga senza mai il rischio di invadere i settori di competenza altrui. Se nel Comunismo non c'era alcuna possibilità dell'individuo di prevalere sulla massa e sul sistema, oggi nel paese del libero mercato è quasi lo stesso.

Uno dei lavori più completi ed esaustivi sul mondo di oggi e su ciò che verrà.


VP