The Purge: Anarchy (2014)
di James DeMonaco
Frank Grillo (Sergeant)
Carmen Ejogo (Eva Sanchez)
Zach Gilford (Shane)
Kiele Sanchez (Liz)
Zoë Soul (Cali)
Justina Machado (Tanya)
John Beasley (Papa Rico)
Jack Conley (Big Daddy)
I personaggi si ritrovano in un modo o nell'altro a Downtown L.A. e insieme si danno alla grande fuga, cercando di stare alla larga dall'anarchia che regna sovrana senza interruzioni. Passeranno dall'essere in un remake di Carpenter, con un sergente al posto di Snake, ad un remake di The Running Man (quello con Schwarzenegger tratto da Stephen King), con miliardari a rincorrerli con machete e pistole in un gioco del gatto col topo.
Insomma il secondo episodio di uno splendido brand tratto dall'idea più politicamente fantascientifica possibile (la massa incattivita in cerca di sfogo) esce dalle mura borghesi con Ethan Hawke e la sua famiglia e si riversa nelle strade, con più soldi nel budget (stavolta 9 milioni di dollari) e un successo al botteghino formidabile (più di 71 milioni). La forma del film perde inevitabilmente la compattezza da survival horror del primo, le storie si fanno più allegoriche ma i simboli appaiono scontati. Tutto sommato girato bene, ma con l'adrenalina che spinge a intermittenza. Troppi scopiazzamenti dal cinema degli anni '80 fanno storcere il naso: il film vorrebbe proprio ricalcare le orme di John Carpenter e allo stesso tempo non vorrebbe rinunciare ad espedienti in grado di catturare l'attenzione del grande pubblico degli anni 2000 (una violenza e un rapporto tra musica ed immagine talvolta autocompiaciuti).
La grandezza del Cinema dei Walter Hill e dei Carpenter era tutta nel restituire la forza psicologica della violenza senza immergersi negli schizzi di sangue, che ad esempio in The Warriors non c'erano affatto, senza che questa mancanza inficiasse sulla gravità e la delicatezza del plot e dei personaggi.
Andrà molto meglio nel prossimo episodio.
VP