I Racconti Della Luna Pallida D'Agosto (1953)
di Kenji Mizoguchi
Machiko Kyô (Lady Wakasa)
Mitsuko Mito (Ohama)
Kinuyo Tanaka (Miyagi)
Masayuki Mori (Genjurô)
Eitarô Ozawa (Tôbei)
Sugisaku Aoyama (Old Priest)
Mitsusaburô Ramon (Captain of Tamba Soldiers)
Epica decadente e fantastica delle guerre imperiali giapponesi (fine del XVI secolo). Due uomini con ambizioni straordinarie: arricchirsi vendendo merci nella città vicina e diventare un Samurai. Ambizioni che rappresentano la strada per la perdizione e a poco serve una previsione nefasta da parte di chi è stato già depredato durante una traversata in barca. I due sfidano i pirati che saccheggiano incuranti ogni segno di civiltà e non si fermano davanti la minaccia del sequestro delle mogli e la violazione delle stesse. Per il primo basta assicurarsi del ritorno di donna e bambino al villaggio, per il secondo il prestigio sociale è irresistibile e la donna cerca di rimanere al suo fianco. In città le cose sembrano andare per il meglio: le merci portano un sacco di quattrini nelle tasche del primo, il secondo approfitta di un momento di disattenzione della moglie per fuggire al mercato e comprare armatura e lancia. Non sarà abbastanza per lo scatto sociale. Di per giunta la moglie viene attaccata e finisce succube. Così come succube è il primo uomo, insinuato da una nobildonna del desiderio attratta dalle sue mercanzie. Dopo notti di estasi una proposta di convivenza è rifiutata: moglie e bambino aspettano al villaggio e finalmente il neo-ricco ne sente il richiamo. Ma il ritorno a casa è funesto: il bambino c'è, la moglie è solo una visione. Invece reale è la geisha che l'altro uomo si ritrova davanti: sua moglie. Non resta altro che sacrificare un pasto agli spiriti, attendendo tempi migliori.
Capolavoro di un regista che insieme a Kurosawa e Ozu rappresenta la grandezza del cinema nipponico classico. Regista di cui sappiamo pochissimo (86 film perlopiù mai arrivati ad una distribuzione adeguata in Occidente), figlio della povertà e particolarmente sensibile al tema della prostituzione (difatti la sorella fu venduta in tenera età come geisha), che aveva ben trattato 2 anni prima nel famosissimo Vita Di O'Haru Donna Galante.
Magistrale e potente parabola sulla lussuria e le debolezze umane, favorevole ai valori tradizionali senza retorica o piglio reazionario. L'avventura, che percorre il viaggio dei due uomini che si separano una volta in città, dando via ad un montaggio parallelo straordinario e fatalista, porta l'umanità a confrontarsi con la sciagura figlia delle fantasie e dei desideri individuali, tra Eros e Thanatos, forze che soffiano i fili del destino, odissea di amore e morte, paura e sensualità.
Mai una visione dei tempi bui è stata così romantica.
VP