Altri Libertini (1980)
di Pier Vittorio Tondelli
edizione Feltrinelli - pag. 195
8.50 euro
Cinque storie, cinque quadri di gioventù cicalante di fine anni '70 che percorrono la lunga autobahn (anche titolo dell'ultimo racconto) che porta da Carpi fin su ad Amsterdam. Capita quindi di ritrovarsi al posto ristoro nebbioso dove, in attesa del treno, un'umanità fattona e rimastina è invischiata in problemi senza via d'uscita che non sia il continuo bucarsi; così come capita di stare in un gruppo di superchicche che scatenano la propria vitalità (con mani, lingua e capoccia) per le vie dell'Emilia forse creando arte e scene culturali o forse navigando nel vuoto assoluto; così come capita di ritrovarsi tra Bruxelles ed Amsterdam, lavorare sottopagati con l'intenzione iniziale di prendere un aereo addirittura per l'India dove le sostanze attendono i libertini europei, e invece dormire nei sottoscala e intanto amarsi, fottersi, mandarsi a quel paese, per poi ritornare a casa a Correggio ché forse tutto può cambiare. Amori e invidie omosessuali, inter-etniche, di un'umanità che si sostiene coi rituali, essi siano droga, sesso, una mostra contemporanea o un cineforum.
I ventenni alternativi, autonomi, imparentati col Partito Comunista ma abbastanza europei da affacciarsi al di là dei muri ideologici, sono stati i pionieri (e forse gli unici veri artefici) di uno spirito avanguardista transnazionale teso ad assorbire le pulsioni e le opportunità del libero mondo pur rimanendo fedeli al rapporto col territorio natale. Tondelli ha fatto parte di quella generazione e nel suo tribolatissimo lavoro (sequestrato per oltraggio della pubblica morale), libera lo stile dalle maglie del giornalismo d'inchiesta sui rituali giovanili (di cui è stato istituzione), si permette termini onomatopeici inventati di sana pianta, non disdegna le bestemmie (riportate solo nell'edizione Feltrinelli) e un ritmo del racconto scanzonato che si sviluppa con uno stream of consciousness sporchissimo e diretto.
Anticipa di pochi anni tutto il Brat Pack americano e sorprende per come i caratteri (a quasi quattro decenni di distanza) risultino attuali, perfettamente aderenti alla generazione hipster dell'Italia in crisi. Avveniristico, dunque profetico.
VP