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domenica 24 aprile 2016

Star Wars - Il Risveglio Della Forza (2015) by J.J. Abrams


Star Wars - The Force Awakens (2015)
di J.J. Abrams

Daisy Ridley (Rey)
John Boyega (Finn)
Adam Driver (Kylo Ren)
Harrison Ford (Ian Solo)
Carrie Fisher (Princess Leila)
Oscar Isaac (Poe Dameron)
Andy Serkis (Supreme Leader Snoke)
Mark Hamill (Luke Skywalker)


Una guardia imperiale rimane scossa da una strage di civili e capisce che forse il Lato Oscuro non è la via giusta. Un uomo tra i giustiziati carica informazioni su un robottino sferico che sfugge il massacro. Rey invece è una giovane rivenditrice di detriti stellari, scorrazza a destra e a manca col suo pod e proprio davanti casa chi incontra? Il robottino sferico. È l'inizio della nuova avventura, della ricerca del vecchio, scomparso, Luke Skywalker, stavolta lui "unica speranza". Ed è il ritorno di vecchi amici del passato: Ian Solo, Chewbacca e il Millennium Falcon. La Principessa Leila, C3PO e un fuori uso R2D2 (stavolta non tradotto male come C1B8).

Personaggi congelati dal 1983 (Il Ritorno Dello Jedi) di una fantascienza e una Hollywood che fu; una trilogia che allora si arricchiva di gadget, merchandising, romanzi, videogiochi per creare un mondo vastissimo e una Storia intergalattica riconosciuta e riconoscibile.

Una tentazione troppo grande per il grande sceneggiatore di lunga serialità televisiva J.J. Abrams (Lost), che, insieme a Lawrence Kasdan (ebbene sì, quello de Il Grande Freddo) e Michael Arndt, mette su un'architettura di racconto tagliata su misura per la grande rimpatriata, con complessi edipici e rapporti padri / figli a dar forza al messaggio positivo come nella grande tradizione di Star Wars.

È davvero una grande rimpatriata, anche per la regia. La visione di Abrams sconvolge: tornare a cavallo tra gli anni '70 e '80, all'Era pre-digitalizzazione. E allora ecco le vecchie scenografie bidimensionali, il deserto sporco, la polvere sui rottami accanto Jabba The Hutt, i trucchi artigianali dei mostri non ritoccati con schermi verdi, blu o potenti software di ultima generazione. Gli ingredienti per lo spettacolo che da lungo aspettavamo ci sono tutti.

E invece il nuovo Star Wars non funziona, indipendentemente dalla sua lunghezza eccessiva e dall'esigenza di creare solide fondamenta per gli altri capitoli che verranno. L'errore è proprio alla base, nella stessa visione di Abrams che, pur fascinosa, cozza con lo sviluppo della saga nel corso dei suoi anni.

Star Wars, per ogni cinefilo o appassionato di videogiochi, ha rappresentato l'avanguardia tecnologica che sposava una scrittura oliata figlia degli studi di Campbell sul Mito e l'Eroe. È sempre andato di pari passo con lo sviluppo di nuove tecniche visive e sonore da parte della Lucasfilm e della Industrial Light & Magic. In questo senso, il prequel in tre atti degli anni Zero, poco amato dai fan, era molto più coerente.

Emulare le tecniche di tre decenni fa è un artifizio vintage molto alla moda in questi anni di revival e hipsteria. Riporta direttamente al primissimo capitolo della serie, che di fatto nasceva come b-movie fantasy del giovane che aveva appena sorpreso tutti con THX 1138. Ma Star Wars nel 1977 era uno straordinario esemplare di cinematografia di serie B non per scelta dell'autore, quanto per la mancanza di mezzi e disponibilità; tanto che nel '99 lo stesso Lucas dichiarò che l'Episodio 01 appena uscito (La Minaccia Fantasma) fosse esattamente ciò che nel '77 avrebbe voluto dirigere se la tecnologia di allora gliel'avesse consentito.

Un processo storico contorto che di fatto è la vera anima di Star Wars: non si può prescindere da essa, persino davanti ai ritorni che toccano il cuore.


VP