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mercoledì 13 aprile 2016

Mediterranea (2015) by Jonas Carpignano


Mediterranea (2015)
di Jonas Carpignano

Koudous Seihon (Ayiva)
Alassane Sy (Abas)
Pio Amato (Pio)
Joy Odundia (Petit Model)
Vincenzina Siciliano (Marta)
Adam Gnegne (Mades)
Aisha (Aisha)
Sinka Bourehima (Ahmed)


Dalle fughe e gli agguati nel Magreb alla Libia per fuggire dalle nuove violenze e imbarcarsi per l'Unione Europea dei diritti umani. Si finisce a Rosarno, dove i clandestini sono accampati al ridosso delle vite degli autoctoni (se non addirittura sotto le finestre), che già di per sé non se la passano benissimo. La 'ndrangheta attiva le sue leve per generare una situazione di assoluto caos: non importa che tu sia buono o cattivo, non importano le tue intenzioni, né che tu sia bravo a raccogliere arance e ti faccia carico delle frustrazioni di tutti con la speranza di portare in territorio di pace anche il resto della famiglia che ancora attende in Burkina Faso. Padri di famiglia costretti a dare ordini agli immigrati e che poi si riveleranno più umani di altri, bambini che comprano e rivendono oggetti per strada e forse sbarcano il lunario rubando bottiglie alle feste eleganti, una nonna Africa che riempie le giornate cucinando per i più deboli, associazioni umanitarie che cercano di lavorare sul territorio in cerca di una possibile coesistenza. Che non c'è: si finisce con la rivolta degli immigrati per le strade infuocate di Rosarno e con gli assalti dei cittadini a loro danno, non così diversi da quelli già vissuti in Nord Africa: l'unica opzione è andar via di nuovo.

Nell'anno della grande immigrazione dalla Siria, Jonas Carpignano rispolvera un fatto di cronaca abbastanza recente (gennaio 2010) per puntare i riflettori sulle odissee di persone che vorrebbero un futuro di pace e si ritrovano loro malgrado in mezzo alle contraddizioni del mondo in un via vai infinito di violenza ed emarginazione. Lo stile documentaristico ben si amalgama con i toni cupi del racconto, che ha il difetto di non spiegare a dovere le reali motivazioni degli immigrati nel lasciare i paesi natii.

Del protagonista Ayiva e del suo Burkina Faso sappiamo pochissimo e per quanto sia un'evidente scelta del regista (probabilmente intenzionato a usare la vita di un singolo per parlare invece di una collettività) la mancanza di storie antecedenti al grande viaggio rende inevitabilmente monco il senso del film anche sul piano strettamente morale.

La visione non offre punti di vista inediti né nuovi particolari: se risponde a qualche piccola domanda, non ne crea di nuove. Cosa dovuta di fronte all'attuale importanza del tema.


VP