Eden (2012)
di Megan Griffiths
Jamie Chung (Eden)
Beau Bridges (Bob Gault)
Matt O'Leary (Vaughan)
Eddie Martinez (Mario)
Tantoo Cardinal (the nurse)
Tracey Fairaway (Abbie)
Scott Mechlowicz (Jesse)
Roman Roytberg (Ivan)
Una minorenne asiatica viene sequestrata con l'inganno di una faccetta pulita: le altre faccette dell'organizzazione invece sono sporche e vissute, quelle di messicani, slavi, ex marines di istanza in Iraq e uno sceriffo nazionalista e suprematista di zona. Il capannone, pieno di altre ragazze vendute come carne umana, specialmente slave, latine e asiatiche per l'appunto come la coreana Eden, è in Nevada, in una zona desertica e dimenticata da Dio dove l'America più ipocrita e corrotta si nasconde per trastullarsi. Lei, divenuta cittadina americana grazie alla lotteria della Green Card, si finge prostituta cinese e lotta per la sopravvivenza anche sovrastando le pur combattive e disperate colleghe. Il libero mondo ha i suoi scheletri e le sue vittime: si può e si deve solo cercare la fuga.
Basato su uno sconvolgente fatto di cronaca degli anni '90, di cui fu vittima Chong Kim, divenuta oggi paladina dei diritti delle donne negli Stati Uniti, il film della Griffiths procede giustamente come un incubo ad occhi aperti dove la claustrofobia non solo è frutto dell'isolamento di un lager ma è anche dato dalla natura selvaggia, dagli infiniti spazi che all'epoca del vecchio West erano il simbolo della libertà. Il film tocca i nervi giusti e indigna, perde nella caratterizzazione dei malvagi: la regista dice pochissimo di loro, non gioca di ambiguità (nelle motivazioni, nelle retoriche, nei violenti ideali) come un grande autore avrebbe fatto.
È un film al femminile, anche nell'ingenuità che non intacca la forza di un dramma sorretto dalla vera cronaca.
VP