The Fountain (2006)
di Darren Aronofsky
Hugh Jackman (Tomas / Tommy / Tom Creo)
Rachel Weisz (Isabel / Izzi Creo)
Ellen Burstyn (Dr. Lillian Guzetti)
Mark Margolis (Father Avila)
Stephen McHattie (Grand Inquisitor Silecio)
Fernando Hernandez (Lord of Xibalba)
Cliff Curtis (Captain Ariel)
Sean Patrick Thomas (Antonio)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheSh9XC8wiUtQK-F5oCiJsi0NtpSG9gZ-VZYZFSJBKr1u8EC_6eL4il6xSYNSI-kMTPbpkB4-t74XNbWaJ5s5pynflFxv_0ivbrUunMjVGV4uMkKXRZ8bEtRhqjJNOyVw6UebUILqRfg/s200/una+stella.jpg)
Un albero della vita e tre storie, tre protagonisti, tre periodi storici diversi. O meglio, uno stesso protagonista, una stessa amata in pericolo di vita, una stessa storia traslata in tre epoche: c'è il passato (la Spagna dell'inquisizione, delle impiccagioni e della conquista del Sudamerica), il presente (la sperimentazione animale per la cura contro il tumore e addirittura il superamento della mortalità), il futuro (la dimensione ascetica a contatto con l'albero). L'uomo non sconfiggerà mai la morte, né placherà il dolore dei ricordi. Solo con la consapevolezza raggiungerà lo stato ideale.
Dispersiva e cerebrale (e inutile) sarabanda di suggestioni visive e spiritualismi (strizzando l'occhio a un Buddhismo di cartapesta), il film si sviluppa secondo un andamento caleidoscopico che si fa beffe della linearità per accedere ad un flusso di coscienza trasversale alle epoche storiche e alle rispettive identità del protagonista. È un'opera che vorrebbe affascinare fingendo di mettere sul piatto argomenti profondissimi. Non ci riesce affatto: Darren Aronofsky, dopo l'orrendo Requiem For a Dream, continua ad esibire il suo stile autoreferenziale ai limiti della sopportazione.
Eppure il suo esordio ∏ - Il Teorema Del Delirio ci aveva illuso di trovarci di fronte un talento del racconto claustrofobico. Ad oggi un bluff assoluto.
VP