I Nichego Bol'she (1987)
di Aleksandr Sokurov
Adolph Hitler (Hitler)
Josif Stalin (Stalin)
Franklin D. Roosevelt (Roosevelt)
Wiston Churchill (Churchill)
Immagini della Seconda Guerra Mondiale raccontata in tono trionfale e nazionalista come si confà ad un prodotto storico di committenza sovietica: l'obiettivo è celebrare la ricorrenza della vittoria su Hitler e la Germania, che si spinse fino alle porte di Mosca e a Stalingrado per imporre la nuova supremazia ad un popolo orgoglioso e battagliero.
Eppure il documentario ai vertici sovietici non piacque (per due anni fu congelato dalla censura, per poi essere liberato nell'89 con la Perestrojka): nella sua grandezza di esploratore degli umani lati oscuri, Sokurov si concentra sulle dinamiche della guerra affiancando alla celebrazione e alla pretesa di rispetto per i 20 milioni di connazionali caduti (il cuore del discorso, neanche troppo velato, è l'impegno russo predominante rispetto all'opportunismo anglosassone) un senso della Storia basato sulla ricerca intellettualmente onesta delle ragioni degli eventi, contraddicendo il manicheismo piatto del progetto in sé.
Ci sono azioni di battaglia inedite, cinegiornali dell'epoca (non una novità per il regista), montaggi paralleli che correlano strette di mano dei capi di stato, non solo Jalta ma anche il patto Moltov-Ribbentrop del '39, e dei generali con la morte che percorreva le strade d'Europa sconvolgendone l'umanità intera.
Il quadro finale è una potente riflessione sulle conseguenze delle strategie nazionali e militari. Ad ogni stretta di mano o firma corrisponde un risultato in vite umane e cambiamenti drastici. Il secondo conflitto mondiale viene presentato come guerra di simboli e simbologie, bandiere e alleanze; Hitler, Stalin, Roosevelt e Churchill sono loghi delle proprie idee. Tutto acquista un significato, perché poi, dopo l'orrore, è l'ora della rielaborazione.
E le morti di 20 milioni di sovietici (ma a ben dire le morti di tutti i paesi, anche dei nemici) meritano un significato: vite sacrificate sugli altari di ideali alla base dei mondi che verranno.