Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

sabato 7 febbraio 2015

Italiano Medio (2015) by Marcello Macchia


Italiano Medio (2015)
di Marcello Macchia

Marcello Macchia (Giulio Verme)
Luigi Luciano (Alfonso Scarabocchi)
Barbara Tabita (Sharon)
Lavinia Longhi (Franca)
Franco Mari (Giancarlo Cartelloni)
Nino Frassica (Pri-Mario)
Rodolfo D'Andrea (Rodolfo Purtroppi)
Gabriella Franchini (Rita Levati Mocassini)


Era inevitabile, scontato come il giro d'orologio. Mancava solo lui: dopo Boris e I Soliti Idioti qual era l'ultimo fenomeno popolare nato in TV e propagato sul web da cui attingere per portare curiosi e fan in sala? Marcello Macchia e i suoi irriducibili, mente creativa che da All Music a MTV passando per Mai Dire Grande Fratello, lo Zoo di 105 e la RAI, è diventato il totem di una comicità dai tempi brevi, politicamente scorretta e in grado d'interrogarsi sul costume nazionalpopolare. Soldi facili per i produttori che possono contare sull'affetto sincero dei milioni di like che il buon Marcello ha collezionato. Promesse di divertimento alte per chi da 10 anni si sbellica tra finti trailer e satire sulle lunghe serialità dei network nostrani. E anche un piccolo dubbio: come fa un certo modo di ridere semplice, diretto, immediato, intellettualmente orizzontale, che affonda nel nonsense a mo' di barzelletta, a conquistare i tempi dilatati e omogenei del cinema?

Questo tipo di narrazione frammentaria, che procede per quadri all'interno di altri quadri, ha un punto di riferimento importante: i Monty Python, che però c'erano negli anni '70 quando Internet si chiamava Arpanet ed era usato per scopi principalmente militari. Ma c'è anche un'altra cosa: in film come Brian Di Nazareth o Monty Python e il Sacro Graal le singole scene erano inserite in una struttura narrativa trainante molto forte che rendeva l'esperienza cinematografica completa, innalzando i valori dei Monty Python da fenomeno televisivo ad arte e creando il mito registico di Terry Gilliam.

In Italiano Medio la trama è un pitch che farebbe felice ogni produttore per la sua immediatezza: un maniaco dell'etica sociale e animale prende una pillola che lo regredisce a cafone italico di prima categoria. Trama che infatti era la base di uno dei finti trailer più riusciti ed apprezzati dell'autore. Il film invece prende strade meno scorrevoli, più lente: cerca di sviluppare le ossessioni primordiali del protagonista salvo poi, appena possibile, schiacciare il pedale del trash tra discoteche, scopate e talent show.

E non funziona: il susseguirsi di trovate che in TV e sullo schermo di un computer colpiscono all'istante, nel buio della sala non trova conforto di un'idea di per sé ai minimi termini e che non porta quell'arricchimento narrativo che anche in una commedia trash è d'obbligo. L'esperienza con Marcello Macchia è stanca e vuota, senza prendere la forma del metafilm che talvolta salva pellicole del genere (basta pensare a L'Aereo Più Pazzo Del Mondo o alla filmografia di Leslie Nielsen, Scary Movie compresi) per quanto venga persino apertamente citato Kubrick.

Quel che rimane è un paio di scene minori, dove il talento di Macchia quasi reclama di uscire dalla sala per un nuovo appuntamento davanti ai nostri laptop: un barbone elemosina una password per il wifi col suo tablet, una videoteca abbandonata è il covo di una setta ambientalista e allo stesso tempo di terroristi islamici.

Un cinema pronto per essere "downloadato", tagliato con l'accetta e " intubato" per la gioia di tutti.


VP