Riesco a superare un paio di tizi che mi guardano storto e mi presento alla porta in grande stile: quelli della sicurezza mi fanno passare e mi faccio largo nell'atrio della villa romana che da bambino sognavo di comperare un giorno. Trovo il mio amico, ci facciamo fare una foto che non sappiamo se, quando e dove sarà pubblicata (ci dicono Vice, ma ad oggi il celebre sito ancora non ci regala i cinque secondi di glamour) e saliamo al secondo piano dove scrocchiamo una Skyy lemon all'open bar gratuito immergendoci nel festival dell'hipsteria e di un'Italia che non si vede tutti i giorni.
Un'Italia di ragazze cotonate che seducono luci e sguardi con giacche di pelle aderenti, di ragazzi baffuti che posano sorseggiando drink e aspiranti scrittori, fotografi e DJ che scambiano commenti sui particolari della serata. Ci sono tanti stili, si va dall'hip hop al rap al new wave al dark all'eleganza classica: tutti espressi nel modo più ricercato, con la voglia di stupire gli occhi estranei prestando il lato migliore di se stessi.
Non è un caso, si tratta pur sempre di Vice, un'istituzione di questi tempi, un vero punto di riferimento per qualsiasi ragazzo aspirante qualcosa. Un magazine canadese nato negli anni '90 che poi s'è sviluppato in tutto il mondo come marchio d'intrattenimento culturale, un colosso che strizza l'occhio alle mode dell'epoca (hipster, rock, editoriali cool al femminile e non solo) senza tralasciare una capacità di osare unica nel suo genere, con reportage dai posti più inusuali e scomodi del globo (Corea Del Nord, Liberia) e un lavoro enorme sulla guerra in Siria e sulla disputa ucraina (firmato dal grande Simon Ostrovsky, sequestrato un paio di giorni a Sloviansk dai filorussi). Una realtà del genere non poteva che interessare la piattaforma SKY, che difatti l'ha inglobata per il nuovo format Vice On SkyTG24 che ogni settimana propone un servizio estero e uno interno (ovvero italiano).
È proprio la prima puntata di Vice On SkyTG24 a essere celebrata e proiettata sul maxischermo della Casina Valadier: tutti applaudono e s'interessano del servizio sulle armi nelle Filippine, scambiano pareri, sotto sotto, in cuor loro, sperano un giorno di far parte dell'agognata testata. Una cosa tanto utile quanto bella che mischia fascino e coraggio... per il momento però solo il DJ set elettronico può servire a esprimere quelle voglie represse dalla realtà. Tante cose vengono in mente incrociando i volti vanitosi di quelli che affollano la rampa di scale e si accalcano al bancone del bar per un'altra goccia di vodka, ma solo una mi rimane nel cervello mentre il mio amico mi saluta e io mi fermo a parlare di reflex digitali e ambizioni con una fotografa dell'evento (studentessa di biologia, collaboratrice a progetto di Vice senza aver mai fatto un corso di alcun genere).
L'Italia è un paese con tanti problemi, una classe politica ignobile, una popolazione per certi versi divisa e strafottente quando l'ignoranza è colmata da studi e interessi. Un paese criticabile e, come ben sapete, il sottoscritto è sempre in prima fila quando c'è da sputtanare la sua patria. Ma è anche vero che sono stato in party anche esclusivi in posti tipo Stati Uniti, Inghilterra, Russia e via discorrendo e mai, sottolineo mai, ho trovato un senso dell'estetica nel porsi, nel vestirsi, nel racchiudere un'idea in un'immagine, simile a quello degli italiani. E basta poco, davvero poco, forse anche solo il minimo per lasciarsi il degrado alle spalle, affinché gli italiani possano stupire il mondo col loro mondo di apparenze e attenzioni. In fondo, stavolta, è bastata una cornice splendida come il Pincio di notte, un bel cielo stellato, una villa romantica, un grande brand internazionale del giornalismo e della moda, drink gratis al bar.
Se il mondo capisse davvero, non solo con l'alta moda, cosa siamo in grado di fare si risolverebbero tutti i problemi di questa nazione. Un posto di bellezza, che produce bellezza e che vive di bellezza. Non chiedeteci di lavorare, non fateci studiare marketing aziendale o altre amenità economiche, non sono per noi. Siamo umanisti, anche i meno portati alle materie classiche lo sono. E non dovremmo vergognarci, il mondo non dovrebbe biasimarci della nostra poca voglia di produrre e della nostra predisposizione ad apparire e inventare, anzi dovrebbero pagarci proprio per quello: è il nostro ruolo del mondo. A creare impresa pensateci voi americani, inglesi, tedeschi, che di queste cose siete maestri indiscussi. In fondo a voi piace anche ammazzarvi di lavoro.
Mentre esco dalla serata e riprendo la macchina, due ragazze americane in infradito e camicie a fiorellini mi passano davanti urlando a Roma, in direzione del cupolone illuminato, di quanto sia bella. E per tutto il tragitto verso casa mi chiedo se un'altra Italia sia veramente possibile.
Me lo auguro davvero.
VP
VP