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sabato 26 ottobre 2013

Life In a Day (2011) by Kevin Macdonald

Oggi 26 ottobre è il giorno in cui migliaia di aspiranti filmakers italiani proveranno a girare coi loro smartphone o camere digitali un loro piccolo contributo per un progetto finanziato da Rai Cinema, Indiana e Scott Free e affidato a Gabriele Salvatores: Italy In a Day è l'emulo italiano di un altro lavoro su scala internazionale prodotto da Ridley Scott e supervisionato dal regista scozzese di The Eagle Kevin Macdonald. Si tratta di una nuova moda che ha a che vedere con la democratizzazione dell'arte cinematografica. Premettendo che anche il sottoscritto ha dato il suo contributo (che sarà pubblicato su questo spazio al termine del concorso originale), il progetto a prima vista fa storcere il naso in quanto idea banale e pianificata troppo, come d'altronde si proponeva l'originale del 2011. Dunque è d'uopo pulciare il film originario pubblicato su youtube e farsi un'idea su quella che potrà essere la resa finale.



Life In a Day (2011)
di Kevin Macdonald

Hiroaki Aikawa
Cindy Baer
Teagan Bentley
Ester Brym
Cristina Bocchialini
Jesse Brisendine
Andrea Cunningham
Shir Decker


Migliaia di camere, dalle più economiche alle più elaborate, filmano spaccati di vita da mezzanotte a mezzanotte del 24 luglio 2010 a nord, sud, est e ovest. Si tratta di sequenze, suggestioni, pareri e sensazioni estrapolate da 4.500 ore di visionato e assemblate in poco più di un'ora e mezza. Il progetto è studiato a tavolino e ha la semplicità tipica dello sguardo di un autore old school come Ridley Scott che rimane sedotto dalle potenzialità del web, quella piattaforma di fruizione di miliardi di contenuti che offre la possibilità a tutti di esprimersi, salvo poi creare un universo di lavori mai visti e relegati in un limbo di superficialità distributiva.

Il film, come ad esempio l'altro collage pluripremiato 11 Settembre 2001, anche se a quel tempo a raccontare le storie erano raccontate da gente importante del settore, non può sottrarsi al pregiudizio di un'operazione chiaramente studiata a tavolino e che si affida alla creatività della gente normale per giocarsi le sue carte. Incredibilmente ci riesce: se il film voleva essere un'apologia della vita, delle sue meraviglie, di un bambino che si sveglia, di gente che scherza e si diverte da tutti gli angoli della terra, di momenti magici e arditi come un lancio col paracadute o difficili come una lotta al cancro, l'ora e mezza di visione coglie la poesia del quotidiano e trasmette allo spettatore il fascino dell'esistenza, una voglia irrefrenabile di vivere anche della situazione più drammatica, di essere parte del mondo.

Scommessa vinta che anche visionata su youtube fa riflettere sul nuovo ruolo sociale ed estetico dell'immagine in movimento. L'intimità dello sguardo è sempre meno distante e sempre più raccolta in un caleidoscopio di vite.


VP