Borotalco (1982)
di Carlo Verdone
Carlo Verdone (Sergio Benvenuti)
Eleonora Giorgi (Nadia)
Christian De Sica (Marcello)
Angelo Infanti (Manuel Fantoni)
Enrico Papa (Cristiano)
Roberta Manfredi (Rossella)
Mario Brega (Augusto)
Isa Gallinelli (Valeria)
Lei è decisa e intraprendente, lui è timido e vive dai preti con un napoletano megalomane che sogna Broadway e una vita senza indifferenze da parte degli altri. In mezzo c'è un lavoro a provvigioni dove lei è una macinatrice di contratti e lui chiaramente all'ultimo posto della classifica aziendale e che si affida a lei per qualche trucco del mestiere. Ci sono due famiglie in attesa di matrimoni e serietà, tra cui un futuro suocero molto diretto e viscerale, un amore per la musica, per la gente famosa, per Lucio Dalla che firma anche la colonna sonora, e un incontro casuale con un fascinoso cazzaro apologeta dell'idea di vita come palcoscenico in cui l'abito fa il monaco.
Dopo gli straordinari successi dei primi due film, Verdone inizia a virare sul malinconico e sulla commedia che si interroga sulle esistenze di una generazione. Borotalco, dal punto di vista strettamente formale, è forse uno dei film che racconta meglio l'universo di patina e fumo che sono stati gli anni '80 italiani. Un decennio dove tutti erano "grandi figli di puttana" e ci si tirava a lucido tanto da sembrare benestanti.
Al contrario dei precedenti lavori, ma anche di alcuni futuri del regista romano, questo dell'82 dà l'idea di essere ritagliato appositamente sul carattere dei suoi interpreti e non viceversa, finendo per apparire forzato, pallido, non dotato di luce propria ma anzi artificioso come l'universo che descrive. Sembra un film completamente funzionale alla scena finale con Brega mattatore assoluto.
Rispetto al grottesco di Un Sacco Bello si tratta di un passo indietro indipendentemente dall'affetto del pubblico.
VP