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domenica 12 maggio 2013

Le Streghe Di Salem (2012) by Rob Zombie


The Lords Of Salem (2012)
di Rob Zombie

Sheri Moon Zombie (Heidi Howthorne)
Jeffrey Daniel Phillips (Herman 'Whitey' Salvador)
Ken Foree (Herman Jackson)
Judy Geeson (Lacy Doyle)
Meg Foster (Margaret Morgan)
Patricia Quinn (Megan)
Dee Wallace (Sonny)
Maria Conchita Alonso (Alice Matthias)


Dopo le telefonate killer di Scream e le videocassetta killer di The Ring non poteva mancare all'appello il vinile maledetto; a portarlo sul grande schermo non poteva che essere quel rocker di Rob Zombie, che continua la sua ribalta orrorifica di gran successo con un altro film demoniaco con ancora protagonista assoluta quel bel pezzo di sua moglie.

La DJ radiofonica Heidi, una delle tre voci di un programma seguitissimo sul rock a sfondo satanico, riceve in redazione uno strano box di legno con dentro il 45 giri di una melodia antica; per lei è l'inizio dell'avventura nel passato genealogico della sua famiglia nella cittadina di Salem, che la vede alle prese con i Signori del titolo originale ovvero un gruppo di streghe dedite al Demonio che furono arse vive nel XVII secolo.

La cosa migliore del film è l'uso delle luci artificiali, ben presenti in quasi ogni scena e che contrastano i colori freddi del digitale; la provincia invernale, così, risulta un'ambientazione romantica e molto adatta all'horror gotico. Peccato invece che Zombie, da artista di film e musica "de paura", sia molto più interessato a schiacciare l'acceleratore della blasfemia, presentando una carrellata di piani sequenza in cui l'estetica satanica viene sbattuta in faccia allo spettatore con tanta voglia di stordirlo e irritarlo.

Qualche scelta è molto interessante, come la porta dell'appartamento infestato che apre uno spazio barocco dove la protagonista viene unta dallo stesso Satana. Rimane il fatto però che, se escludiamo l'indubbia carica iconoclasta del film, l'impianto narrativo, che ricalca la divisione in giornate di Shining, risulta debole sgretolandosi appena dopo la metà; il regista, come spesso gli è accaduto in passato, butta alle ortiche una bella presentazione dei personaggi lasciandosi trasportare dalla frenesia di creare immagini forti. La trama finisce per non essere altro che un collante di tormenti kitsch.

Rosemary's Baby mostrava di meno e colpiva di gran lunga di più.

Complimenti ancora ai "geni" della distribuzione per il titolo italiano.


VP