Questo scritto è tratto dal mio diario personale del mio primo viaggio nel nord Europa, datato 27 agosto 2004. E parla dell'amore... per una razza, per un'idea di ragazza, per quella fidanzata scandinava che spesso ho tanto desiderato ma che non ho mai avuto.
Oggi che sono diventato più orientale, forse più freddo, sicuramente disilluso, mi fa piacere condividere questo pezzo con voi, lettori di questo blog e amici di Facebook.
Stoccolma (27/08/2004)

Occhi di una Dea, occhi di un'ossessione, ossessione di perfezione, che rende perfetto ogni errore di questo mondo. Un amore doloroso ed enigmatico, amore incomprensibile e mai sazio. Mi immobilizza, mi imbarazza, mi accompagna in ogni cosa che faccio: un problema enorme. Ma tu, amore, non sei un problema, tu sei IL problema: mi solleciti, mi respingi, mi mostri un'indifferenza che bagna di amarezza i miei occhi scuri e latini... che trovano sollievo posandosi sul tuo oceano azzurro di ciglia battenti e fulgida speranza.
Ieri ti ho visto tante volte e sentivo la mia presenza inutile, insignificante... al massimo una curiosità, come quegli egiziani ben vestiti che mi sembrava ti trattassero malissimo, ma di cui apprezzavi le attenzioni. Forse ti piace tutto questo, speri di essere maltrattata, di incontrare qualcuno capace di sporcare con parole e gesti quell'azzurro dei tuoi occhi troppo perfetti. Quell'azzurro capace di levare, come onde del mare, qualsiasi granello di terra dal bianco soffice della tua pelle vaniglia.
Ma io non posso trattarti male, disprezzarti sull'altare di culture e religioni... tu, rappresentazione esemplare del potere di Dio. Ti ricorderò con quelle orride scarpe che in questa nazione tanto piacciono. Ti ricorderò camminare a piedi nudi sulla moquette sporca di una terza classe. Ti ricoderò come quella ragazza che nella discoteca del centro si voltava continuamente a guardarmi, forse in attesa di qualcosa, forse per sapere chi fossi, perché non ti ho staccato gli occhi di dosso dal primo disco messo dal DJ. Quella ragazza che mi ha fatto paura... a cui ho dovuto voltare le spalle.
Cara Svezia tu mi illudi, mi vizi gli occhi, mi bruci il cuore. Mi seduci e mi abbandoni. Forse cercherò di imparare la tua lingua, i tuoi segreti. Ma ora guardo l'orizzonte su Gamla Stan e non c'è altro che una promessa di felicità.
Una promessa non mantenuta.
Addio.
VP