Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

venerdì 1 dicembre 2017

Happy End (2017) by Michael Haneke


Happy End (2017)
di Michael Haneke

Isabelle Huppert (Anne Laurent)
Jean-Louis Trintignant (Georges Laurent)
Mathieu Kassovitz (Thomas Laurent)
Fantine Harduin (Eve Laurent)
Franz Rogowski (Pierre Laurent)
Laura Verlinden (Anaïs)
Aurélia Petit (Nathalie)
Toby Jones (Lawrence Bradshaw)


Una fotocamera del cellulare e un social network tipo Snapchat: la cronaca di un momento di intimità di una madre, con commenti a nuvoletta e qualche risentimento. Stessa fotocamera, stesso cellulare: un roditore mangia... i medicinali della madre, che nel frattempo viene ricoverata per ingestione di anti-malarici. La regista di questi shot è una pre-adolescente con gli occhi freddi da fata spietata: non si sa quanto ci sia del suo nell'avvelenamento del genitore, fatto sta che durante il ricovero viene temporaneamente spedita a Calais dal padre, che nel frattempo si è rifatto una compagna e vive a stretto contatto con tutti i familiari. Nessuno sembra avere una sincera empatia con lei, né la rampante Anne che tiene le fila del business edile della famiglia, né il figlio della stessa che prende pugni e sbandate alcoliche tanto da finire in uno strambo karaoke a dare spettacolo con un pezzo celebre di Sia e neanche il padre stesso, che di fatto non ha mai amato nessuno. Nessuno tranne il nonno, che è su una sedia a rotelle e vuole morire ed essendo stato testimone dell'attacco di un rapace verso un altro uccello comprende perfettamente la cattiveria insita in ogni essere vivente. Violenza e dolore che sfuggono agli obiettivi di qualsiasi marchingegno digitale ormai alla portata di tutti.

Il compendio di tutto il cinema dell'austriaco più provocatorio insieme ad Ulrich Seidl: voyeurismo sadico, giochi di psicologie, follie covate, il rapporto insano e morboso con la tecnologia, una freddezza della società occidentale in declino e il calore e l'umanità degli sconfitti (il nonno e i profughi, abituali frequentatori di Calais in cerca di un passaggio verso il Regno Unito). Tra Funny Games e Amour. Dallo splendido Trintignant (anni '50 e '60) alla piccola Fantine Harduin, passando per la Huppert (anni '70/'80) e Kassovitz (anni '90) è anche un film sulle generazioni di attori francesi, sempre portavoce di uno spirito europeo che proprio di fronte al dramma dei migranti dimostra la sua inadeguatezza, il suo sguardo rivolto al passato, ai rapporti di forza e alle proprietà di famiglia.

In tutto ciò non si può altro che annegare.


VP