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sabato 15 ottobre 2016

Estate Violenta (1959) by Valerio Zurlini


Estate Violenta (1953)
di Valerio Zurlini

Eleonora Rossi Drago (Roberta Parmesan)
Jean-Louis Trintignant (Carlo Caremoli)
Lilla Brignone (madre di Roberta)
Raf Mattioli (Giorgio)
Federica Ranchi (Maddalena)
Cathia Caro (Serena)
Giampiero Littera (Daniele)
Bruno Carotenuto (Giulio)


Rampolli riccionesi al tramonto della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono le spiagge, la sabbia, i corpi magri e sani di una gioventù che, stanca dei conflitti, si rifugia nelle vicende sentimentali e nel piacere dei dischi anglosassoni e delle sigarette rimediati al mercato nero. Vicino ci sono le neutrali Svizzera e San Marino, ma sopra gli alleati sganciano le bombe e i partigiani buttano giù i busti del Duce. Nel gruppo c'è il figlio belloccio di un Fascista burbero (in realtà "romantico ingenuo"); egli s'invaghisce di una vedova di guerra con figlio e mamma austera, che si preoccupa più degli scandali e degli effetti sociali che della felicità della famiglia. Il melodramma si nutre di abbracci, rincorse, seduzioni sullo sfondo di una riviera paciosa, costantemente scossa dai ruggiti di una sconfitta ormai imminente. Finché un tentativo di diserzione viene sgamato dalle truppe e c'è un treno per Bologna da prendere... insieme, lontano da tutti e dal passato da cancellare. Ma è proprio allora che tutto va all'aria: gli aerei volano e bombardano, dividono i destini e le direzioni da prendere.

Secondo film di Valerio Zurlini, presentato in versione restaurata all'undicesimo Festival Del Cinema di Roma. Messa in scena fluida e profonda per un film di ambienti borghesi e passioni giovani (e non giovanili). Uso delle ombre, carrelli perfetti, direzione degli interpreti magistrale soprattutto nel rapporto con gli spazi: si nota oggi ancor di più la grandezza della scuola teatrale italiana che poi la televisione appiattirà di gran lunga. Più di un paio di scene ripetitive a metà (baci e forti abbracci) che minano la freschezza insieme ad alcuni topos dell'epoca (la severità borghese, il machismo fascista, le Maddalene) che la sceneggiatura, scritta a sei mani dal regista con Giorgio Prosperi e Suso Cecchi D'Amico, non riesce a giostrare con sensibilità insieme alle distanze affettive tra tutti i personaggi.

Un videoromanzo che inizia come collettivo e generazionale (i ragazzi del '43) ma ben presto si trasforma in un melo personale con Eleonora Rossi Drago e Trintignant che si prendono il film (e anche le attenzioni dei rotocalchi del '59), in una versione italiana di Deborah Kerr e Burt Lancaster in From Here To the Eternity (Fred Zinnemann, 1953).

Finché l'ultima scena riporta l'opera a vette importanti, sprigionando la forza della polvere, degli scoppi, della concitazione, di un'industria cinematografica nazionale che all'epoca si permetteva di volare alto.


VP