Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

mercoledì 4 maggio 2016

Au Hasard Balthazar (1966) by Robert Bresson


Au Hasard Balthazar (1966)
di Robert Bresson

Anne Wiazemsky (Marie)
Walter Green (Jacques)
François Lafarge (Gérard)
Jean-Claude Guilbert (Arnold)
Philippe Asselin (Marie's father)
Pierre Klossowski (Merchant)
Nathalie Joyaut (Marie's mother)
Marie-Claire Fremont (Baker's wife)


Una storia d'amore, incisa sulle panchine della Francia rurale, vede protagonisti due bambini e un asinello appena preso. Asinello che cresce e passa di mano in mano dati i debiti della famiglia di lei: è il calvario di un angelo nell'inferno umano di bulli, stupratori, meschini borghesi, anarchici alcolisti (avidissimi quando c'è da riscuotere). La ragazza, che nel frattempo è diventata bellissima e appetita, sembra ancora legata alla bestia (che tavolta sfugge ai nuovi proprietari in cerca di cure) ogni volta che s'incontrano per strada. Il destino per entrambi sarà molto simile.

Settimo film di Bresson, feroce sinfonia (musicata con Schubert) di due vittime di un mondo di sofferenze, incuranza e prepotenza. Una società umana ritratta nelle sue debolezze, che si tramutano in violenza e sopraffazione del più debole ogni volta che l'istinto individuale prende il sopravvento. Non c'è scampo al dolore, alla visione, alla morte: neanche un funerale in mezzo alla candide pecorelle pascolanti riconcilia con un sentimento di pace.

Immerso in uno splendido e denso bianco e nero, il film procede con occhio sensibile e rigoroso, scava nelle anime dei due personaggi senza concedersi nulla di lontanamente sentimentale o catartico. Austero, beffardo, imprigionato in uno studio rigoroso dell'inquadratura ad altezza gamba (uno dei marchi dell'autore): un'opera indimenticabile, che nel suo contenere facili emozioni sprigiona lo strazio del mal di vivere.


VP