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venerdì 8 gennaio 2016

Il Viaggio A Vienna (1973) by Edgar Reitz


Die Reise Nach Wien (1973)
di Edgar Reitz

Elke Sommer (Toni Simon)
Hannelore Elsner (Marga Kröber)
Mario Adorf (Fred Scheuermann)
Nicolas Brieger (Rudi Schuster)
Heinz Reincke (Hauptmann Sperlinger)
Michael Janisch (Major Kopp)
Peter Moland (Erster Soldat)
Ferdy Mayne (Mariu Moltenau)


Il fronte è in Ucraina e in Germania rimangono le ambiziose sfere delle SS e donne che si danno al contrabbando di carne. Una di queste lavora in una gioielleria di paese, l'amica bionda, assai algida e malinconica, la accompagna per un'avventura a Vienna. Tanta voglia di esperienze, di piaceri, di figure misteriose come quelle di un diplomatico romeno incrociato sul treno. L'obiettivo è tornare a casa con gioie in tasca e incontri galanti alle spalle da conservare nel cuore. Vienna è intima e decadente, quasi ci si dimentica di essere sotto un regime e con la guerra in corso. I soldati sono pasticcioni e ogni mossa sbagliata significa per loro un invio al fronte: sono risolutivi quando il fascinoso romeno prova a fare il furbo. Le donne riusciranno a superare gli ostacoli e a portare a casa la missione: un'accusa di contrabbando è dietro l'angolo, ma l'astuzia femminile ancora prevale alla grande.

È giusto ed opportuno usare il Terzo Reich come sfondo di una commedia degli equivoci? Non per la Sinistra socialdemocratica tedesca degli anni '70, che accusò pesantemente Edgar Reitz di dipingere un quadro leggero della più grande tragedia del Novecento. Sarà, ma è esattamente questo a rendere Il Viaggio A Vienna un'opera potente oltreché tenera e raffinata: probabilmente è la più veritiera e meno stereotipata, scevra di tutte le retoriche anche quelle nazionaliste alla Riefenstahl, esperienza filmica in grado di raccontare la normalità della vita sotto il regime nazista.

La Vienna del '43 come la New York di Blake Edwards: anche nel dramma storico ci possono essere squarci di delicata brillantezza. Romanzo di formazione al femminile, con autorità severe ma anche buffe, quasi grottesche, il che, pensandoci bene, è l'esempio più onesto e raffinato di snobismo verso ogni dittatura e populismo.

Un Reitz d'annata, un Reitz prima di Heimat e del consenso, un Reitz da difendere a spada tratta.


VP