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sabato 8 agosto 2015

L'Altra Heimat - Cronaca Di un Sogno (2013) by Edgar Reitz


Die Andere Heimat - Chronik einer Sehnsucht (2013)
di Edgar Reitz

Jan Dieter Schneider (Jakob Simon)
Antonia Bill (Jettchen Niem)
Maximilian Scheidt (Gustav Simon)
Marita Breuer (Margharete Simon)
Rüdiger Kriese (Johann Simon)
Philine Lembeck (Florinchen)
Mélanie Fouché (Lena Zeitz)
Eva Zeidler (Großmutter)


Il sogno è quello di Jakob e dei suoi compatrioti dell'800 vittime della mancanza di opportunità e delle prepotenze del Regno di Prussia. E sembra incredibile in questa epoca di dominio economico teutonico (pragmatica locomotiva d'Europa), ma due secoli fa il sogno non era costruire una grande Germania, bensì espatriare in Brasile, nella terra in cui s'incontrano le tribù nella foresta, l'estate dura tutto l'anno e le diverse varietà di volatili riempiono i libri attraverso cui Jakob (in perenne lotta col padre che non lo vorrebbe lettore) si astrae da una vita rurale ostile.

Questi sono i 231 minuti di preludio al Novecento già raccontato in tre serie dal 1984 in poi, in un tempo salvato dalla celluloide immerso nel bianco e nero denso che talvolta si colora dei profumi e delle sensazioni dei personaggi.
Come gli Heimat televisivi (il primo ricopriva l'intero XX secolo, il secondo si staccava dall'Hunsrück per approdare nella Monaco delle prime canzoni, il terzo era la riunione post-muro) questo prequel indaga nelle sofferenze e nelle aspirazioni che valgono le vite, si ciba della storia individuale e collettiva per creare un'epica del Quarto Stato che sogna, lavora, rivendica i suoi diritti di protagonista del viaggio attraverso i secoli. Dettagli veri o presunti, matrimoni, funerali, i moti napoleonici ancora sulla bocca del popolo, ritorni di grande impatto emozionale (la mamma di Jakob è la stessa attrice, visibilmente invecchiata, che nel primo Heimat interpretava Maria del villaggio immaginario di Schabbach), il superamento delle convenzioni grazie all'ingegno che costruirà la Germania potente del poi.

È la storia di un popolo e di una sensibilità, filtrata da un senso del racconto che riprende i tempi dolci e lenti del romanzo ottocentesco. Mai esperienza è più illuminante soprattutto in questo momento storico.

Heimat non è solo la patria tedesca o la casa vecchia dei fabbri che camminano nel fango: è la casa delle coscienze di tutti coloro che raccontano e vivono storie.


VP