Poltergeist (1982)
di Tobe Hooper
Craig T. Nelson (Steve Freeling)
JoBeth Williams (Diane Freeling)
Beatrice Straight (Dr. Lesh)
Dominique Dunne (Dana Freeling)
Oliver Robins (Robbie Freeling)
Heather O'Rourke (Carol Anne Freeling)
Michael McManus (Ben Tuthill)
Virginia Kiser (Mrs. Tuthill)
Una bambina sente voci nell'armadio ed è attratta dal televisore. I genitori nella loro stanza da letto intanto si godono un vecchio film con un protagonista d'eccezione, uno non più attore ma politico e da poco anche Presidente della nazione. Il padre ha in mano proprio la biografia di quest'ultimo: Reagan un Uomo un Presidente. Vorrebbe scoprire il futuro degli Stati Uniti d'America, lui che come Reagan è un grande venditore di sogni, in questo caso di case nel complesso immobiliare dove anch'egli vive coi suoi cari. La sua compagnia non vuole perderlo, mai nella vita, perché quando gli affari vanno a gonfie vele bisogna continuare a scavare. Poco importa se sotto la terra ci sono i morti.
Poltergeist non è solo film maledetto (molti di coloro che vi presero parte morirono dopo pochissimo tempo, compresa la piccola Heather O'Rourke che ci lasciò durante la post-produzione del terzo capitolo della serie), ma fulgido esempio di un'epoca hollywoodiana in cui lo spettacolo spesse volte andava a braccetto con la critica sociale e oltre. È un film politico, generato da un produttore democratico che risponde al nome di Steven Spielberg, mascherato da prodotto barocco di genere dove l'orrore è mostrato a suon di effettacci che estendono lo spazio di uno sgabuzzino, frantumano pareti e pavimenti, animano alberi e pupazzi clown.
Il prototipo di horror anni '80 che s'allontanava dal minimalismo slasher degli Halloween e Venerdì 13, battendo strade entra-dimensionali come poi faranno, in modo assai più approfondito e rilevante, Clive Barker (Hellraiser) e Wes Craven (Nightmare). Godibile.
VP
