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mercoledì 15 luglio 2015

Jurassic World (2015) by Colin Trevorrow


Jurassic World (2015)
di Colin Trevorrow

Chris Pratt (Owen)
Bryce Dallas Howard (Claire)
Irrfan Khan (Masrani)
Vincent D'Onofrio (Hoskins)
Ty Simpkins (Gray)
Nick Robinson (Zach)
Jake Johnson (Lowery)
Omar Sy (Barry)


Il parco riapre e ogni riferimento a 20 anni fa è sgradito e sgradevole: anche un impiegato del centro controlli viene sgridato violentemente per aver esibito sotto la camicia la maglia del vecchio Jurassic Park, col logo consumato non solo dal tempo ma anche dalle vendite su ebay. Ma l'irresponsabilità umana e del capitalismo si rinnova anche a due decadi di distanza dalla fuga del T-Rex che tanto fece le fortune del regista e produttore Spielberg e mise a repentaglio la sicurezza dei personaggi del film. Perché nel frattempo la tecnologia ha portato la curva del progresso a innalzarsi ad iperbole e le aspettative della gente sono ai limiti del possibile, nessuno si stupisce di nulla, almeno in natura. Tanto vale giocare di alterazione genetica, progettare e crescere una nuova specie di dinosauro che coniughi rumore, paura (più denti) e velocità. Solo così la gente accorre in Costa Rica, dove il nuovo parco promette esibizioni da lasciare a bocca aperta, anche se inevitabilmente a giocare col fuoco (e con le alterazioni) prima o poi da quelle bocche potranno uscire grida di terrore. La famiglia americana sfasciata dalla mancanza di tempo e dagli interessi imperanti ci va di mezzo e intanto c'è chi cova l'idea di addomesticare le creature per portarle in guerra, visto che i droni non determinano abbastanza.

Il nuovo episodio del giurassico americano si porta dietro gli inevitabili pregiudizi della vecchia trilogia: blockbuster fine a se stesso aggiornato alle nuove meraviglie della computer grafica. Progetto fallimentare in partenza in quanto lo scarto tecnologico a 20 anni di distanza rispetto alle aspettative standard è decisamente di poca rilevanza. Quello del '93 non era un gran film: la scrittura non aveva nulla di magistrale e la regia di Spielberg era di gran lunga la meno nobile dai tempi di Duel. Però è stato il primo film ad usare file digitali di altissima qualità: un capolavoro del sonoro che sbalordiva per la resa dei rumori (e che con essi giocava alla grande) rappresentando una rivoluzione tecnica di cui Hollywood sarà sempre grata.

Jurassic World è scritto a 8 mani da sceneggiatori intelligenti che operano l'unica scelta per salvare il film dal già visto: pianificano la storia mettendosi sullo stesso piano della fine dell'incredulità dello spettatore medio. Il ruggito di un T-Rex non sconvolge più organizzatori, scienziati e clienti paganti: il film diventa una riflessione sull'America attuale non più capace di meravigliare il mondo e sul liberismo che cerca ogni appiglio immaginabile per sfruttare le ultime risorse.

Diverte e regala il finale migliore che ci potrebbe mai essere. Quasi poetico.


VP