
Qualche giorno fa Mario Borghezio ha detto a una trasmissione radiofonica che "il nazismo, per quanto riguarda l'ambiente e l'ecologia ha fatto cose positive". L'europarlamentare (sic!) ha speso parole positive sul ministro del Terzo Reich Walter Darré, sul giurista iscritto al partito Karl Schmitt, sul filosofo Heidegger e sull'ingegnere Von Braun. Sinceramente ci farebbe molto piacere avere col personaggio in questione una bella dialettica sull'ontologia heideggeriana o sull'Essenza Della Verità, magari anche per rassicurarci di competenze nascoste (ma nascoste bene) del nostro rappresentante a Bruxelles.
Ma, evitando commenti retorici o disgustati su fatti che pur si presterebbero a ciò, la cosa che spesso la gente ignora è il "perché" di certe cose. Si risponde al disprezzo con altro disprezzo, si risponde alla violenza verbale con impeto altrettanto forte, si arriva a estreme conclusioni, spesso superficiali, anche per cose in cui la normalità (il diritto alla vita, all'istruzione, al lavoro, alla redenzione, alla morte dignitosa) dovrebbe essere la regola.

La gente normale politicamente corretta non se le chiede mai queste cose, etichettando il tutto come dei virus del sistema "società" tutto sommato innocui. Eppure ciò fa a capo a qualcosa di veramente più profondo che ha connessioni viscerali che a prima vista non sono neanche immaginabili. Sottili linee rosse che collegano i nostri sfoghi, le nostre violenze, le nostre creazioni più aberranti, il perché i siti pornografici feticisti sono sempre i più cliccati della rete con distacco, con una voglia di stare insieme in una coperta calda che si chiama corporazione e di sentirci protetti da qualcuno o qualcosa o anche solo un'idea, e non sentirci soli.

Succede perché, come i film del maestro David Cronenberg insegnano, non ci sono parole, immagini, video pornografici o idee scritte su un computer che possano davvero sostituire il "corpo umano". Una persona può stare mille anni davanti al pc e chattare, scambiarsi files su emule o messaggi col Brasile o col Giappone o con la Russia, ma l'attrazione chimica verso un corpo e la mancanza di essa genera frustrazione e violenza.
In più non dimentichiamo che viviamo in una società dove a vincere è sempre la fama. Il libero mercato che abbiamo adottato con la sconfitta del socialismo in occidente ha creato un sistema di valori basati sulla capacità di un singolo individuo di essere riconosciuto da una moltitudine, dalla massa. E se una volta ad avere questo privilegio erano Capi di Stato o un ristretto gruppo formante la classe dirigente o al massimo buffoni di corte o star dello spettacolo, oggi questo è alla portata di un numero di persone spropositato.

Cosa c'è di più forte del nazismo, dei campi di concentramento, dove venivano rinchiusi i vincitori economici della precedente epoca ovvero gli ebrei (che a loro volta si sono sempre chiusi nel loro sionismo e nella loro corporazione), della giustificazione di essi da parte di un politico che vede il suo partito in difficoltà e che quindi sente il bisogno di stimolare lati viscerali dei propri elettori, dei gulag (dove c'erano gli oppositori al regime), delle stragi, delle mafie che si sostituiscono agli Stati (quindi alla normalità).
La verità che ci colpisce e che non vogliamo vedere è che tutti noi abbiamo paura di perdere. E nel nostro mondo la pietà, lo scherno e la vergogna sono i sentimenti che decretano la nostra sconfitta umana.
Per non finirne vittime saremmo in grado di compiere la più atroce delle stragi.
VP