Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

martedì 17 aprile 2012

Signore & Signori (1966) by Pietro Germi


Signore & Signori (1966)
di Pietro Germi

Gigi Ballista (Giacinto Castellan)
Alberto Lionello (Toni Gasparini)
Gastone Moschin (Osvaldo Bisigato)
Virna Lisi (Milena Zulian)
Beba Loncar (Noemi Castellan)
Franco Fabrizi (Lino Bebedetti)
Nora Ricci (Gilda Bisigato)
Gia Sandri (Betty Scodeler)


Fa effetto ai giorni nostri rivedere certe commedie italiane degli anni d'oro: si rimane stupiti e travolti dalla quantità di cattiveria e cinismo che i grandi registi dell'allora grandioso cinema italiano usavano per raccontare la società nostrana. Erano persino i tempi della Democrazia Cristiana di Andreotti e vien da pensare che certa censura bacchettona dell'epoca fosse un incentivo a punzecchiare in modo neanche troppo implicito le ipocrisie di un'alta società legata a doppio filo con il Vaticano.

Nel caso di Signore & Signori tutto parte da un walzer di parole e incroci di amici/coniugi che ci proietta nell'alta borghesia veneta, raccontata come una sorta di Decameron diviso in tre atti in cui l'arcigno meccanismo delle maglie sociali porta rispettivamente Toni Gasparini a simulare un'impotenza per sedurre la bionda acqua e sapone dell'amico, un bancario dell'Istituto Cattolico a tentare il suicidio per le resistenze dell'ambiente che non gli permettono di consumare un adulterio con l'amata cassiera Milena e infine sei vitelloni a passarsi una ragazza a vicenda che poi si scoprirà minorenne e figlia di un contadino che alla fine verrà corrotto e fregato.

La regia fluida e il ritmo sostenuto dalle irresistibili musiche di Luigi Urbini spiazzano, colpiscono duro con eleganza e mostrano allo spettatore di oggi quello che il cinema italiano ha perso: un certo modo fresco e grazioso di essere maligno.


VP