T2 Trainspotting (2017)
di Danny Boyle
Ewan McGregor (Renton)
Robert Carlyle (Begbie)
Steven Robertson (Stoddart)
Ewen Bremner (Spud)
Shirley Henderson (Gail)
Jonny Lee Miller (Simon)
Anjela Nedyalkova (Veronika)
Elek Kish (Dozo)
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Cos'hai fatto in questi ultimi 20 anni? Praticamente hai scelto la vita ad Amsterdam e ora Edimburgo non è neanche più la stessa: in aeroporto non ti accolgono dropout bucati, bensì stewardess dell'Est Europa, gente come la nuova compagna di Sick Boy, che oltre a mandare avanti il pub della zona, si diletta a ricattare ricconi proprio tramite il lavoro sporco della consorte bulgara. Renton è tornato e Begbie evade. Spud tenta il suicidio e si riscopre storyteller.
Ma niente funziona, perché il progetto di riportare i personaggi di Trainspotting in sala dopo due decenni in cui è cambiato tutto, anche il modo di essere giovani e drogati, viene più dalle intuizioni produttive della Sony, detentrice del marchio, che dalla penna di Irvine Welsh: il film sarebbe la trasposizione di Porno (romanzo del 2002) ma della ferocia dell'autore c'è poco o niente. Non c'è neanche il refrain dello "scegli la vita" o peggio è banalizzato dal copione in modo addirittura volgare. Niente creatività, niente spirito, niente accelerazioni e sintesi che erano pur sempre l'elemento chiave del film del '96.
T2 è un lentissimo ricettacolo di product placement, con marchi in bella vista e un fintissimo spirito alternativo ostentato in ogni inquadratura: un lavoro meschino di Danny Boyle che riesce persino ad infangare la memoria del film che lo consacrò nel panorama del cinema mondiale. Messaggio morale telefonato, soprattutto nel rapporto tra Begbie e il figlio che vuole studiare management, e niente coinvolgimento.
Molto triste.
VP